Il record è certo e (quasi) certificato: 214 milioni. E’ la cifra del fatturato della Roma nel bilancio chiuso al 30 giugno, che verrà ratificato nei prossimi giorni dal Consiglio di amministrazione. Mai il club aveva portato così in alto la voce ricavi e mai aveva superato la quota 200, scavalcando il Milan al secondo posto tra le squadre italiane. Una notizia che conferma lo sviluppo finanziario della Roma, sicura di aver rispettato i paletti del fair play finanziario imposti dal patteggiamento con l’Uefa grazie a un’adeguata politica dei costi. Alla chiusura dell’esercizio 2014/15 la Roma era terza in Italia e sedicesima in Europa. Oggi potrebbe aver scalato qualche posizione.

SI SCENDE – Purtroppo però il successo è destinato a rimanere effimero perché l’aumento del fatturato è stato determinato per circa il 30 per cento dagli introiti dell’ultima Champions League. Il prossimo anno la Roma si aspetta di chiudere i ricavi a quota 180, dunque con un decremento dei circa 35 milioni di cui si è sempre parlato: il differenziale tra le due coppe europee, la Champions e l’Europa League. Tornerà più o meno ai livelli del fatturato di due anni prima. E’ dunque logico che l’equilibrio finanziario debba essere raggiunto, sempre nel rispetto del fair play finanziario, attraverso un contenimento ulteriore dei costi, in particolare del parco calciatori che in questo momento pesa sul bilancio per circa 90 milioni.

CESSIONI – Così si spiegano anche le difficoltà nelle trattative con i calciatori più importanti, da Nainggolan a Manolas. La Roma non vuole e non può alzare il monte ingaggi. Anzi sarà obbligata con ogni probabilità ad abbassarlo. Perciò agli eventuali aumenti concessi, dovranno corrispondere rinunce su altri fronti. Così si spiega la possibilità di ristrutturare il contratto di Manolas (oggi guadagna 1,8 milioni netti) incrementando di poco gli emolumenti ma inserendo nel contempo una clausola da 35-40 milioni che consenta al calciatore di liberarsi l’anno prossimo a fronte di un’offerta adeguata. In questo modo la Roma prenderebbe tempo, rassenerebbe un calciatore inquieto e nella prossima stagione, in caso di cessione, potrebbe valutare con calma il sostituto.

GENNAIO – In uscita può succedere qualcosa anche a gennaio, soprattutto in difesa dove i rientri dagli infortuni di Mario Rui e Rüdiger renderanno affollatissimo il reparto. Proprio Rüdiger, che è stato molto richiesto già in estate, potrebbe tornare sul mercato se dovesse arrivare un’offerta sui 20 milioni. Andranno considerate anche le proposte per Paredes, che la Roma ha voluto trattenere nonostante una serie di opzioni molto interessanti (Leicester soprattutto).

SOSTITUZIONI – Le operazioni di mercato non implicheranno per forza un ridimensionamento. Dipende da chi parte e da chi entra, ovviamente. Ma le plusvalenze sono una necessità del club, costretto ad autofinanziarsi essenzialmente attraverso i risultati sportivi. Quando la politica di sponsorizzazioni (a proposito, ancora la Roma è senza scritta sulla maglia) e di merchandising avrà raggiunto un pieno sviluppo, i ricavi aumenteranno a prescindere dalla Champions. Senza contare la risorsa-stadio, che negli auspici di Pallotta faciliterà la costruzione di un circolo virtuoso: più soldi, più risultati, ancora più soldi. La Roma non diventerà mai il Real Madrid ma almeno mira ad affrancarsi dalle necessità del bilancio.

(Corriere dello Sport – R. Maida)



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