Patrik Schick

(Il Messaggero – A. Angeloni) C’è un mercato (passato) dentro il mercato (futuro). In teoria, la Roma del futuro – entro fine mese, attese notizie da Nyon in tema fair play finanziario – ha già nomi nuovi, vedi Karsdorp, Schick o Defrel. Per certi versi anche Pellegrini, che ha vissuto questa stagione quasi come un rodaggio per la prossima, al netto di una clausola che potrebbe portarlo via da Roma senza passare dal via. Under l’esame lo ha superato (così come Kolarov), da febbraio in poi ha mostrato tutto il suo valore, diciamo che per lui sarà una prosecuzione. Di Francesco avrà nel turco un calciatore, seppur giovane, molto più strutturato. Molto più pronto e dall’inizio, particolare da non sottovalutare. E gli altri? Per certi versi siamo quasi alle novità. Specie Karsdorp. Calciatore, in pratica, mai visto per colpa di una doppia operazione al ginocchio e un po’ di problemi muscolari conseguenti. Lo score stagionale è quasi inesistente: due panchine con Napoli e Torino e 82 minuti con il Crotone, prima di rompersi il ginocchio di nuovo e vivere, da quel 25/10/17 ad oggi, l’ennesimo incubo. L’olandese contro il Sassuolo, per l’ultima giornata di campionato, si sarà meritato almeno una panchina, è tornato ad allenarsi con il gruppo solo ieri. Per esprimere un giudizio su di lui, bisognerà aspettare un po’ di mesi e l’inizio almeno del prossimo ritiro, che lo vedrà come protagonista. Si spera. Karsdorp doveva essere il titolare della fascia destra, non a caso quel ruolo è stato uno dei problemi di quest’anno: Florenzi, Peres, addirittura Juan Jesus. La Roma riparte da lui e, se non ci sarà Florenzi (deve rinnovare, interessate a lui Inter, Milan e Atletico), dovrà intervenire ancora sul mercato. Il titolare di ieri dovrà essere il titolare di domani, confidando che stavolta non ci siano intoppi.

VICOLO CECO Più o meno lo stesso discorso vale per Schick, che a differenza di Karsdorp, qualcosa ha fatto vedere. Di Francesco parla molto bene di Patrick, perché in lui ha intravisto qualità, mentre l’olandese dovrà testarlo in partita. Patrick va comunque rigenerato e gli va affidato un ruolo: Eusebio sostiene che possa fare l’esterno alto (con caratteristiche diverse da Under) o il centravanti (con caratteristiche diverse da Dzeko). Schick è l’anti Balotelli, che la Roma si è vista proporre a più riprese da Mino Raiola. Ma per far arrivare Mario si dovrà fare un ragionamento su Schick. Ragionamento che per ora non viene fatto, perché l’investimento sul ceco è oneroso e nessuno a Trigoria ha intenzione di buttarlo. Molto a singhiozzo, l’ex Sampdoria alla fine ha totalizzato le sue 21 presenze in campionato, tre in Champions e una in coppa Italia. Gol, tre. Che sono pochi, ovvio. Non come la Roma, né lui stesso, pensavano. Proprio lì va migliorata la squadra, nel numero delle reti. Ed è il motivo per cui, specie Di Francesco prende in considerazione l’opzione Balotelli. Ma su di lui ci sono le note controindicazioni caratteriali. Il destino di Defrel cozza anche per lui sugli infortuni, troppi: ha saltato 23 partite di campionato e 7 di Champions. E non è detto che l’anno prossimo resti. Ma se così dovesse essere, sarebbe anche lui un nuovo. Il mercato vecchio sempre nuovo, insomma. Tutta da decifrare la posizione di Gonalons, scontato il destino di Silva, arrivato a gennaio.



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