AS ROMA NEWS RINNOVO MOURINHO – Muoversi compatti, nel calcio, è fondamentale. Vedi la trappola del fuorigioco del Milan di Arrigo Sacchi. È per questo che i tifosi romanisti – domenica al Dall’Ara erano una falange pro-Mou e i calciatori li hanno salutati a fine gara a debita distanza – si fanno una domanda dopo la quinta sconfitta stagionale, la quarta in otto trasferte. I tempi di José Mourinho e della famiglia Friedkin coincidono?
Come riferisce il Corriere della Sera lo Special One ha dominato il dopo partita, non la partita. Per la prima volta ha detto con chiarezza quello che i tifosi speravano di sentire: «Voglio restare alla Roma, anche con un piano basato sui giovani. La proprietà è sovrana, può decidere se e quando parlare del rinnovo (scade a giugno, come quello di Motta; ndr). Accetterò ogni decisione ma, se andrò via da Roma, non sarà per mia scelta».
Tutte le proposte d’amore, però, hanno una data di scadenza. Quella decisa da Mourinho è, più o meno febbraio. Adesso c’è il ciclo terribile con Napoli, Juve, Atalanta e Mlan. Poi il doppio confronto di Europa League con il solito Feyenoord. In mezzo anche la Coppa Italia, con un possibile derby Lazio nei quarti di finale. A febbraio si potrebbe sapere molto ma la sicurezza sarebbe più facilmente il fallimento che la gloria. La lotta per la Champions, fondamentale per i bilanci, con più partite e più ricavi, rischia di decidersi a maggio o nella finale di Europa League, quella che la Roma ha raggiunto nella scorsa stagione e poi perso ai calci di rigori contro il Siviglia (per l’albo d’oro) e contro l’arbitro Taylor (per Mou).
Lo Special One non accetterà un annuale e chiede un tempo congruo per programmare un piano B. Se i Friedkin aspettano i risultati, invece, i tempi sono per forza dilatati.
C’è un discorso tecnico: Mou non è mai stato un allenatore da «progetto giovani». Non è Zeman. Ma c’è anche un discorso manageriale: i Friedkin non appaiono, non parlano e Mou è allenatore, immagine pubblica. Lavora su più tavoli, è sovraesposto.
Mourinho ha lanciato la palla nel campo dei Friedkin. La proprietà può anche non rispondere, ma i tifosi fremono. I contatti tra proprietà e allenatore sono frequenti, ma non si può fare un business plan senza conoscere dati fondamentali. I Friedkin investono (232,5 milioni tra aumento di capitale e pagamento del bond negli ultimi mesi), ma non al buio.
Anche Mou deve dare qualche risposta. Non è possibile che per 90’ il Bologna abbia «arato» la fascia con Ndoye senza che la Roma abbia trovato una contromisura. La scelta di Spinazzola è stata deleteria, la sostituzione di Renato Sanches è diventata un «meme», Bove in panchina contro la squadra più in forma è sembrato un harakiri.
Tiago Pinto, Rui Patricio e Spinazzola sono in scadenza , Lukaku è in prestito secco con clausola da 43 milioni valida per tutti, Dybala ha una clausola assai più facile da scalare, Kristensen, Llorente e Azmoun sono in prestito, come il povero Renato Sanches che potrebbe chiedere di tornare al PSG già a gennaio. La Roma non ha un top player da vendere per fare davvero cassa: Lautaro, Rafa Leao, Vlahovic, nemmeno Nico Gonzalez…
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