AS ROMA NEWS MOURINHO – Fare meglio dello scorso anno e ribadire, ancora una volta, due cose: la grande empatia che si respira a Trigoria e le differenza con altri club che hanno speso di più nel mercato estivo. E, infine, tanto per non farsi mancare niente, il commento all’espulsione contro l’Atalanta e la volontà di non voler cambiare, scrive La Gazzetta dello Sport.
Non adesso, non dopo 22 anni di carriera festeggiati con un premio in Portogallo. Mourinho ha parlato a margine del Golden Quinas Gala e ha iniziato proprio ricordando quel 23 settembre del 2000 in cui, a 37 anni, gli venne affidata la panchina del Benfica. L’esperienza durò pochissimo, giusto tre mesi, ma poi come è finita la storia, anzi come è proseguita, è sotto gli occhi di tutti: “Questi anni sono passati velocemente, ma voglio continuare. Mi sento bene, mi sento forte, motivato, mi piace vincere, odio perdere, non è cambiato nulla. Il colore dei capelli, sì, anche le rughe, ma sono pronto a continuare. Non per altri 22 anni, non c’è tempo, ma per qualche altra stagione in più sì”.
Chiaro, semplice, conciso: come in campo, Mou, che ha ricevuto il premio direttamente in Portogallo e che ha concesso alla squadra qualche giorno di riposo prima di riprendere gli allenamenti la settimana prossima, chiarisce che non è tempo ancora di andare in pensione. C’è la Roma adesso, una squadra che dipende da lui e una piazza che, dal primo giorno, è completamente ai suoi piedi. E spera, dopo la Conference dello scorso anno, in un altro trofeo, tanto da riempire l’Olimpico in ogni partita, ormai da mesi, che sia campionato, coppa o amichevole. “La scorsa stagione abbiamo fatto quello che nessuno si aspettava, ora cercheremo di fare meglio. Non abbiamo lo stesso potenziale economico dei nostri rivali – l’ammissione di Mourinho – e abbiamo fatto un mercato da sette milioni di euro, ma abbiamo qualità, passione, tante persone a cui piace lavorare insieme, che è una cosa importante, e poi a fine stagione vedremo”.
Parole che, ancora una volta, ribadiscono il pensiero di un allenatore che vuole mantenere i toni bassi ma, al tempo stesso, non vuole dare nulla per scontato. Neppure l’idea che, col passare del tempo, possa diventare più calmo in panchina: “Ora, che festeggio 22 anni da allenatore, l’espulsione non è una novità per me, forse rispecchia il mio modo di essere. Non voglio cambiare”. E, soprattutto, nessun romanista vuole che lui cambi.
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