Rassegna stampa
Roma, il corto muso è di De Rossi: un’altra partita di sofferenza
AS ROMA NEWS SALERNITANA DE ROSSI – Due vittorie su due, quinto posto provvisorio in classifica, tanti sorrisi di ottimismo: Daniele De Rossi festeggia a Salerno il buon inizio di percorso, che lo aiuterà a guadagnare autorevolezza e autostima. Ma la Roma deve migliorare molto se vuole immaginarsi all’altezza dell’obiettivo dichiarato, cioè la Champions, scrive il Corriere dello Sport.
La Salernitana ultima in classifica si è fatta del male da sola, offrendo il solito cadeau da padrona di casa che è costato la quarta sconfitta consecutiva, altrimenti la partita sarebbe forse scivolata via sullo 0-0. Senza che ci fosse nulla da eccepire perché Inzaghi, contro il compagno di trionfi mondiali, ha retto a lungo il confronto. Ora però rischia la panchina, perché alcune scelte e soprattutto i risultati lo condannano.
De Rossi aveva scelto un sistema di gioco ibrido per la sua seconda volta: il 4-3-3 disegnato sulla lavagna era nei fatti un 3-4-1-2 in fase di impostazione con Cristante a scendere sulla linea dei difensori per chiedere palla sul centrosinistra, Dybala libero di sgranchirsi le gambe ed El Shaarawy ad affiancare Lukaku. Cercando spesso le linee centrali, anche con Pellegrini, la Roma sperava di attaccare con un alto numero di giocatori: compresi i terzini, Karsdorp e Kristensen, che erano quasi sempre liberi di affondare.
Ma la manovra del primo tempo è stata lenta e prevedibile. La Salernitana, tornata alla difesa a tre, non sentiva mai affanno e anzi è arrivata all’intervallo con qualche rimpianto: il tiro di Bradaric frenato in due mosse da Rui Patricio e le volate infruttifere di Tchaouna prima e Candreva poi testimoniavano un progetto tattico corretto. L’unico possibile: chiudersi in blocco per poi sfruttare i cambi di gioco di Candreva e la velocità in contropiede.
Alla Roma non bastava il 73,8% di possesso palla perché Dybala era spento e statico, Lukaku non riceveva mai un passaggio fronte alla porta, El Shaarawy e Pellegrini sbattevano costantemente contro i difensori granata, sostenuti nello sforzo da un Arechi meraviglioso. Ma gli allenatori possono preparare qualunque partita: il loro problema è non poter controllare episodi assurdi.
Alla Salernitana era successo già tante volte, l’ultima la settimana scorsa contro il Genoa, quando Lovato aveva regalato la vittoria all’altro campione del mondo Gilardino con un fallo di mano insensato in area. Stavolta è stato Maggiore, meno colpevole ma altrettanto goffo, a respingere con il braccio un innocuo colpo di testa di Cristante e a offrire a Dybala il tiro libero. Rigore netto e vantaggio casuale per la Roma, incredula per tanta grazia.
Il gol ha chiaramente sovvertito gli umori e rovesciato il copione tattico. A quel punto era Inzaghi a dover inventare qualcosa per risalire, nonostante le assenze e una qualità media poverissima: la mossa è stata aggiungere un calciatore con caratteristiche offensive, Kastanos, sistemando Tchaouna largo a destra. Sbagliata è stata anche la sostituzione di Basic. Ma è stata la Roma a sfruttare lo scossone per raddoppiare con una trama bene orchestrata da Dybala (tacco) e conclusa dai due scontenti dell’era Mourinho: Karsdorp, autore del preciso cross, e Pellegrini, il capitano finalizzatore, due gol in due partite con De Rossi, sfuggito proprio a Tchaouna.
Un uno-due che poteva sembrare definitivo e che invece non ha steso la Salernitana. Semmai ha illuso e distratto la Roma, poco scaltra a capire il privilegio del doppio allungo. Inzaghi è passato al 4-2-3-1 e ha sognato la rincorsa quando Tchaouna ha riscattato l’errore precedente mettendo sulla testa di Kastanos il pallone dell’1-2: male nella circostanza Cristante e Kristensen, che hanno lasciato l’avversario saltare da solo in area.
De Rossi ha così sofferto a bordo campo per gli ultimi assedi della Salernitana, trascinata dall’amico Candreva, aggiungendo Huijsen per difendersi a cinque, come gli era già riuscito contro il Verona. In qualche modo ha raggiunto il traguardo ma da uomo intelligente saprà che tutto questo può bastare una volta.
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