AS ROMA NEWS ALLENAMENTO DE ROSSI – Fischietto al collo, accompagnato come un’ombra dallo staff, nella prima parte dell’allenamento, iniziato intorno alle 10, Daniele De Rossi ha dedicato un’ora abbondante ad esercizi di trasmissione del pallone, scrive Il Messaggero.
Coadiuvato in questa prima fase da Manuele Mancini, insieme a lui c’erano Paredes, Cristante, Le Fée, Pellegrini, Pisilli, Darboe, Bove, Soulé, Joao Costa, Dybala, Solbakken, El Shaarawy, Zalewski e Abraham. In porta, ad alternarsi, Svilar, Ryan e i giovani Marin e De Marzi. «Tempi giusti e palla veloce» è l’input di De Rossi che viene preso alla lettera dai suoi. L’esercizio vede il play servire la mezzala che si sgancia, chiamando l’attaccante centrale a salire che poi smista sull’ala che si allarga sulle fasce per il cross. Prima senza opposizione, poi con il giovane Nardin a contrastare il terminale offensivo.
I ritmi sono alti. Ci scappa anche qualche errore nell’appoggio: «Se sbagliamo lo stop siamo morti. Giochiamo poi in velocità. Velocità e qualità. Se non mettiamo la qualità non ha senso l’esercizio». L’atmosfera è serena. Ma non c’è spazio per rilassarsi. Ancora De Rossi: «Ricordate, non ci sono tempi morti in campo, c’è sempre qualcosa da fare».
Le giocate e le esercitazioni si alternano. A volte è la mezzala che si sgancia, altre si cerca la giocata più diretta. Quello che colpisce è la quantità di uomini che l’allenatore vuole che partecipino alla fase offensiva. Oltre ai due dai quali parte l’azione, se ne aggiunge un altro (che probabilmente nelle idee di DDR è Angeliño, nella famosa impostazione «tre più due») più i quattro che sembrano ricalcare il 4-2-3-1 con il quale la Roma ha iniziato la stagione.
Quello che conta è fare gol, anche in allenamento: «Non è uguale se segno o no. Per voi è uguale? Per me no. Sbagliamo troppo. Sotto porta dobbiamo fare sempre gol. Sempre, senza pietà. Fino a 5 minuti stava in vantaggio Nardin (unico difensore nell’esercitazione degli schemi difensivi). Forza, dai, andiamo con sta qualità». Monito in vista del test odierno contro il Barnsley.
Il tempo scorre via. È già arrivato il momento di alternarsi. Fuori gli attaccanti, dentro i difensori. Ecco comparire allora Smalling, Ndicka, Mancini, Kumbulla, Celik, Sangaré, Angeliño e Dahl. Vicino a Daniele si avvicinano sia il vice Giacomazzi che Francesco Checcucci, ex difensore centrale di Lumezzane e Albinoleffe, ora match-analyst. Via anche in questo caso alle esercitazioni: inizialmente la linea difensiva si muove compatta a seconda di come gira la palla. È soltanto il prologo.
In un secondo momento, De Rossi si posiziona centrale nell’ipotetico attacco avversario, invitando così il centrale ad uscire in marcatura e il terzino a stringere. Anche in questo caso non mancano le indicazioni: «Vieni sotto e ti fai sentire, un graffietto…». Non vola una mosca a tal punto che il tecnico esorta: «Se qualcuno parla non mi offendo».
L’invito è chiaro: parlarsi, comunicare. Farlo in allenamento per poi replicarlo in partita. In un secondo momento la linea difensiva inizia a lavorare prima sui lanci lunghi («Se siamo corti e pronti a scappare via o arriviamo prima sull’attaccante oppure lo lasciamo in fuorigioco») e infine sui cross.
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