AS ROMA NEWS FRIEDKIN MOURINHO – La Roma sta prendendo alla lettera l’invito esplicito dei suoi tifosi, che nel nuovo coro della Curva Sud chiedono alla squadra di «non mollare, anche se poi giochi male». Ecco: in questo concetto il gruppo si riconosce perché nel tempo, con il passare delle settimane, ha ritrovato lo spirito che l’aveva accompagnato fino alla finale di Budapest, scrive il Corriere dello Sport.
E a proposito: se avete notato cosa sta combinando l’arbitro Taylor in Inghilterra, anche dopo la retrocessione punitiva in Championship, capirete che forse la Roma avrebbe meritato il secondo alloro europeo consecutivo. Chissà cosa ne pensa oggi Dan Friedkin, appena sbarcato a Roma in prospettiva del derby. Ma se il passato è ormai intangibile, albi d’oro compresi, la stagione è ancora tutta da vivere. E se la Roma continua a sfruttare al massimo i minuti finali delle partite, come i 9 gol su un totale di 22 segnati oltre il 75’ dimostrano, sarà più facile raggiungere i traguardi agognati. Compresa la Champions League sfiorata a maggio.
Mai nella sua storia la Roma aveva vinto una partita come quella di domenica contro il Lecce. Le era capitato sì, di ribaltare un risultato con due gol nel finale, per esempio contro il Cagliari sul neutro di Rieti con Spalletti in panchina e Totti in campo: da 2-3 a 4-3 con la doppietta del capitano tra il 79’ e il 90’. Ma anche in un epico Roma-Fiorentina con Zeman allenatore e il misterioso argentino Bartelt in veste di mattatore: pareggio del russo Alenitchev al minuto 89 e sorpasso pochi secondi dopo firmato da Totti, e chi altri se no, festeggiato dalla Sud proprio come Lukaku. Mai però la Roma aveva vinto con due gol segnati entrambi nel recupero: l’1-1 di Azmoun è stato refertato al 91’, il 2-1 di Lukaku al 94’.
Del resto la capacità di cambiare le sorti di una partita quando ormai sembra indirizzata verso un risultato sfavorevole appartiene per diritto naturale a José Mourinho. Pensate: nei quattro anni e spiccioli passati in Serie A, quindi incluse le due stagioni alla guida dell’Inter, le sue squadre hanno segnato 26 gol dal novantesimo in poi: aveva già vinto recentemente contro il Monza con una rete di El Shaarawy ottenuta al 45’ del secondo tempo.
Ma il dato che colpisce è l’attitudine a difendere il fortino a ridosso del fischio dell’arbitro: in Serie A, Mourinho ha maledetto soltanto 3 volte i recuperi, o comunque i secondi conclusivi delle partite. In un caso paradossale gli è successo proprio con la Roma pochi mesi fa, in casa contro il Milan, dopo che Abraham l’aveva illuso a tempo scaduto. Pioli poi se l’è cavata con un tocco di Saelemaekers, prendendo un punto molto importante nello sprint Champions. Per questo Mourinho domenica è entrato in campo senza celebrare troppo il 2-1 di Lukaku: voleva indicare ai giocatori come riposizionarsi per evitare un’altra beffa. E ha ordinato alla squadra di ripristinare il sistema difensivo a cinque con un interprete d’eccezione sulla fascia destra: Belotti. L’ultima trovata.
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