Tutto come da copione: prima il comunicato ufficiale della società poi la conferenza stampa di commiato da parte del tecnico. Così com’era scontato il divorzio, ugualmente lo erano polemiche e sfoghi finali. Che l’allenatore avrebbe chiuso la sua seconda avventura in giallorosso era ovvio fin dai primi mesi dell’anno.
Il Messaggero lo ha scritto con largo anticipo e in tempi non sospetti: più che motivi tecnici, sono stati problemi legati a rapporti deteriorati, rancori mai sopiti e a ossessioni esagerate. Anche nell’ultima conferenza stampa Spalletti ha confermato la sua difficoltà nella gestione di Francesco Totti (accusato di fatto di aver remato contro), l’insofferenza alle critiche e la tortuosità dei suoi ragionamenti. E’ un peccato che un ottimo allenatore e una squadra forte si lascino dopo avere raggiunto un importante 2° posto, ma era inevitabile. Ora che è libero, Spalletti potrà andare all’Inter con uno stipendio quasi doppio rispetto a quello della Roma. Troverà un club ambizioso e con grandi risorse economiche.
Sappia, però, che a Milano gli “spifferi e i riportini” possono essere assai più gelidi e pesanti di quelli romani e che le ombre spesso si tramutano in temporali. Dalla Roma, dopo i rinnovi importanti di Strootman e De Rossi, ci si aspetta ora l’ufficializzazione del nuovo tecnico. Di Francesco è il nome più probabile, allenatore giovane ed equilibrato, fautore di un calcio moderno e offensivo. Una scelta coraggiosa ma che non rappresenterebbe affatto un ridimensionamento. Le ambizioni e la forza di un club non si misurano in base alla scelta del tecnico, ma sulla qualità della squadra che gli mettono a disposizione e sulla forza di sostenerlo e difenderlo.
(Il Messaggero – M. Caputi)
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