Edin Dzeko

(La Repubblica) Sfortuna e somma di casualità? O incapacità di capitalizzare le occasioni create? Il risveglio della Roma all’indomani della sconfitta interna con la Fiorentina è accompagnato da una serie di interrogativi che richiedono risposte nell’immediato, non fosse altro perché il Barça non aspetta, e nemmeno il terzo posto in campionato, nonostante la minaccia dell’Inter per il momento sia rientrata: i nerazzurri, perdendo a Torino, hanno infatti sciupato la chance di sorpasso. Non è invece rientrata quella della Lazio, che ha vinto ad Udine operando l’aggancio ai giallorossi.

PROBLEMA GOL – Per questo la Roma di Di Francesco deve ritrovare la via del gol il prima possibile. Perché la squadra vista in campo con la Fiorentina, proprio come quella contro il Barcellona, ha mostrato tutti i suoi limiti in fase realizzativa: 25 conclusioni verso la porta avversaria, una percentuale di possesso palla del 71 % (la sua terza più alta in questa stagione), tre legni all’attivo e nessun gol realizzato. E pensare che alla squadra di Pioli per bucare Alisson 2 volte sono bastati 3 tiri nello specchio…

E I CENTROCAMPISTI… – Quali sono quindi le cause del ‘blocco’ Roma? Troppi titolari che hanno un rapporto difficile con la porta avversaria (vedi Perotti ed El Shaarawy) che si vanno ad aggiungere al contributo minimo (eufemismo) dei centrocampisti in fase offensiva: Gonalons non pervenuto, Strootman e De Rossi hanno realizzato un solo gol, Gerson è fermo dalla doppietta di Firenze, Pellegrini è a quota 3, come Nainggolan, che però, la scorsa stagione a questo punto, ne aveva già messi a segno 12.

C’E’ SOLO DZEKO – La sensazione più generale è che se Dzeko non segna, si resta a bocca asciutta. Il bosniaco, a gennaio ad un passo dalla cessione, ha realizzato 19 gol tra campionato e coppe (di cui 4 nelle ultime 5) risultando fondamentale col suo ingresso a Bologna per racimolare l’unico punto nelle ultime 2 giornate. L’assenza di Under, che dovrebbe tornare a piena disposizione per il derby della prossima settimana, si è fatta sentire più del previsto e un alter-ego del turco sulla fascia destra ancora non c’è. Defrel è stato bocciato dopo 45′ e l’unico gol realizzato su rigore (ceduto da Dzeko col Benevento) non basta per giustificare i 23 milioni spesi per prelevarlo dal Sassuolo. Schick che ieri è entrato bene (un palo e un assist), è ancora troppo incostante perché Di Francesco faccia completo affidamento su di lui e l’unica rete messa a segno contro il Torino in Coppa Italia lo dimostra.

OLIMPICO TABU’ – Per non parlare del fattore Olimpico, ormai diventato un vero e proprio tabù per la squadra di Di Francesco che ieri ha fatto registrare la sesta sconfitta casalinga in campionato. Di peggio è successo solo nella stagione ’47/’48 quando le sconfitte interne sono state otto. Numeri che fanno pensare soprattutto se messi a confronto con le partite giocate lontano da casa dove la Roma ha perso solo allo Stadium contro la Juventus. Le prossime due gare si giocheranno ancora all’Olimpico: martedì arriverà il Barcellona – anche se il cammino europeo, salvo miracoli, pare ormai compromesso – domenica ci sarà lo spareggio Champions nel derby con la Lazio. Anche se poi tecnicamente quello si giocherà in trasferta…



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