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Rassegna stampa

Roma, il limite di velocità

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA – L’andamento della Roma non è lento. Anzi, è continuo, fondamentale per sistemarsi ad alta quota. La conferma in classifica: 40 punti. Il raccolto è insomma più che soddisfacente. Ma non è detto che basti, dopo 2 stagioni, per rivedere i giallorossi in Champions, scrive Il Messaggero.

Il limite di velocità frena la squadra di Fonseca. Che, nelle 17 partite del girone di ritorno a disposizione, dovrà spingere più forte sull’acceleratore. Adesso viaggia al ritmo della stagione scorsa (1 punto in più), quando non fu sufficiente. Il 4° posto, a rischio, è stato difeso con i 44 gol segnati. La Lazio, però, ha completato la rimonta, recuperando 8 punti in 5 gare e mettendo in cassaforte il risultato dello scontro diretto.

La Roma, come si è visto anche sabato sera contro la Juve, vive un complesso di inferiorità al momento di misurarsi con le migliori del torneo. Anche quando fa la partita, come è successo a Torino, finisce comunque per arrendersi. L’inesperienza incide sulla personalità. A volte anche la tattica. Il refrain è sempre lo stesso: gli episodi sono stati favorevoli agli avversari. Eppure sono le gaffe, più in difesa che in attacco, a penalizzarla. Chiamarli episodi è dunque sbagliato.

Da quando c’è Fonseca, solo 3 successi nei 20 scontri diretti (coppe comprese). E ancora nemmeno un sorriso in questa stagione. Con 20 reti incassate nelle 7 partite con le grandi: quasi 3 a match (media di 2,85). E appena 3 punti su 21. Debole con le forti: non è una leggenda che accompagna questo gruppo. È la realtà. Spesso nascosta, magari facendosi (o ricevendo) i complimenti per la prestazione. L’analisi deve essere più profonda per migliorare in corsa il rendimento contro le formazioni più attrezzate.

Voglio ma non posso: è il motto della Roma. Se si alza l’asticella, i giallorossi non sono più competitivi. Sono crollati contro il Napoli, l’Atalanta e la Lazio. Sempre nel girone d’andata hanno sprecato la loro grande chance contro la Juve e l’Inter. E hanno reagito contro il Milan. Adesso, all’inizio del ritorno, la ricaduta contro i campioni d’Italia. Ko da dilettanti, finendo nella trappola del debuttante, non ancora Maestro, Pirlo. Che, da allievo attentissimo, si è sbrigato a copiare proprio Fonseca, facendo suo il contropiede del collega, omaggiato (e accontentato) con il possesso palla.

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Pirlo, comunque, ha buona memoria. Era lui il regista bianconero il 5 gennaio 2014 allo Stadium quando Conte, rinunciando alla solita aggressività, aspettò pure in quel caso la Roma: 3-0 per la Juve e 1° ko di Garcia in campionato. Inutili i numeri giallorossi. Anche se da applausi: 59 per cento nel possesso palla, 651 palloni giocati contro i 477 degli avversari e 77,6 per cento di precisione nei passaggi, superiore al 70,2 della squadra di Conte. E 5 tiri a testa. Ancora meglio sabato sera, addirittura con il 72 per cento nel vantaggio territoriale.

La Roma sempre nella metà campo dei bianconeri. In evidenza, pure ascoltando Fonseca, le 14 conclusioni giallorosse. A vuoto, però. E senza mai preoccupare Szczesny. Solo 3 per la Juve, peggior risultato stagionale con il nuovo allenatore. Ma sufficiente per vincere 2-0. Spesso la Roma è stata inoffensiva proprio contro le grandi: come a Torino, anche contro il Napoli non ha mai calciato verso Meret e nel derby ha invece impegnato Reina solo sul 3-0 e a 5 minuti dalla fine. Difetto che viene da lontano: in estate, a Duisburg, innocua contro il Siviglia. Come, più avanti, contro il Verona (partita d’andata) e il Sassuolo. Già in 5 match (6 contando l’Europa League) ha fatto cilecca.

La difesa non dà garanzie: già 35 reti subite (con le 3 della sconfitta a tavolino contro il Verona). Con o senza Smalling. Chiari gli errori individuali, meno quelli di squadra. Che però ci sono. Soprattutto quando si alza eccessivamente il baricentro. Sono 12 le formazioni di serie A che hanno incassato meno gol dei giallorossi. Tant’è vero che la differenza reti è la peggiore dell’alta classifica. E quindi non da zona Champions. Come gli scontri diretti che saranno decisivi sul traguardo. E che, fin qui, non sono favorevoli a Fonseca. E alcuni nemmeno più ribaltabili, come quello con la Juve.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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