Daniele De Rossi

CALCIOMERCATO AS ROMA DE ROSSI – Daniele De Rossi non ci ha ripensato, ha solo definito quello che fino a poco tempo fa non poteva ammettere: la rosa della Roma è «carente», va ristrutturata. Tanti calciatori sono a fine corsa, altri non si incastrano con le sue idee. Quando DDR parla di caratteristiche dei calciatori del futuro, fa sempre riferimento a età (giovani), alla struttura mentale (la famosa fame) e alla gamba (veloci, di corsa, che saltino l’uomo, Jeremie Frimpong, per citare un esempio, e lo ha fatto lo stesso Daniele), scrive Il Messaggero.

E se andiamo ad analizzare il parco giocatori attuale, notiamo come la spina dorsale coinvolga pochi elementi. Proviamo: Svilar, Mancini, Ndicka per quanto riguarda i centrali di difesa, Spinazzola è uno che a De Rossi piace, ma è a scadenza di contratto e su di lui, in sede di un eventuale rinnovo, che al momento non è in programma, pesa lo storico di infortuni che gli hanno condizionato la carriera negli ultimi anni. Angeliño è uno che la Roma terrebbe (e terrà) volentieri: ha dimostrato di avere quella gamba di cui parla il tecnico e un piede interessante. In questi quattro mesi ha convinto e riscattarlo non è un’impresa titanica.

Gli altri in lista del reparto arretrato: Rui Patricio, Celik, Karsdorp, Kristensen, Llorente e Smalling (più Huijsen, prestito secco di ritorno alla casa madre Juventus), sono tutti giocatori di cui, ad oggi, rischia di perdere, qualcuno anche contro la sua volontà (vedi Llorente) e Kumbulla, di rientro dal Sassuolo. Quindi, se il colpo riesce, sarebbero cinque/sei i giocatori in entrata per coprire quei ruoli, un numero che difficilmente sarà realistico. Ma di questo parliamo e il budget oggi è di un tipo, e se la Roma dovesse finire in Champions, sarà di un altro, in tutto questo le possibilità di spesa saranno meno stringenti rispetto alle ultime sessioni. E i soldi a disposizione faranno da guida maestra per il resto del mercato, perché i giocatori da sostituire non si fermano qui.

Andando avanti sulla spina dorsale, passando dal centrocampo, Pellegrini, Paredes, Cristante sono i punti fermi, ma i tre vanno puntellati: Bove c’è e potrebbe essere uno in più, ma in corso d’opera potrà pure essere sacrificato per fare cassa. Ne servirebbero almeno altri due di quel livello, non Sanches (una casella riempita a vuoto), non Aouar, che ha deluso prima Mourinho e poi De Rossi. Uno alla Folorunsho, appunto, con gamba.

Altri nomi in ballo? Non li sa, nello specifico, nemmeno l’allenatore, che deve ancora mettere a punto una strategia con il nuovo ds. Idee sì, quelle ci sono, ma il mercato è fluido e oggi esiste una possibilità e domani un’altra. La Roma ha pure bisogno di ristrutturare l’attacco. Come noto, riscattare Lukaku è impresa quasi impossibile. I 43 milioni (trattabili) da consegnare al Chelsea non bastano, perché in più c’è un ingaggio monstre da definire e senza il soccorso del decreto crescita.

Su Dybala il discorso è diverso. Paulo è un giocatore di proprietà della Roma, e ha ancora un anno di contratto. La clausola per uscire è bassa, dodici milioni, e alla Roma quei soldi risolverebbero poco. De Rossi vorrebbe trattenerlo e servirà un rinnovo (che scatterebbe automatico al 50% delle presenze), ma intorno a lui serve gente in grado di poterlo sostituire. Baldanzi è uno di questi. Un investimento che la Roma ha fatto a gennaio e ci crede, così come Daniele.

Oltre a Baldanzi c’è El Shaarawy, uomo che dà ampie garanzie, come titolare e come riserva, mentre non è riuscito l’esperimento di Zalewski alto. Azmoun difficilmente verrà riscattato, mentre Abraham (la Roma deve versare l’ultima rata da 15 al Chelsea) non può bastare. Serve un altro Lukaku o uno che diventi Lukaku, o giù di lì. In più ci sono i probabili rientri di Shomurodov, Solbakken e Belotti. Il percorso è lungo, la Roma ha appena cominciato, in attesa che il budget aumenti.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨