Quarta partita (tre di campionato, una di Coppa Italia) a calciomercato aperto. E, nonostante questo, rosa quasi identica a quella che aveva chiuso l’anno passato all’Olimpico contro il Chievo. Unica differenza, la partenza di Iturbe per Torino. Ovviamente, oltre a quella momentanea di Salah per il Gabon, destinazione Coppa d’Africa. Tutti sanno che il club giallorosso non può permettersi un mercato aggressivo, cioè individuare l’obiettivo e prenderlo senza badare a spese, ma deve aspettare l’occasione giusta, e possibilmente a buonissimo prezzo. Se a Trigoria non si è (ancora) visto un volto nuovo, vuol dire che quell’occasione non è capitata. Oppure che non c’è stata la disponibilità economica per chiudere la trattativa. Sta di fatto che, in queste quattro partite a mercato aperto, la squadra di Luciano Spalletti, sfruttando al massimo il proprio organico, ha saputo conquistare quattro vittorie. Complimenti.

LE SCELTE Questo vuol dire che la rosa, seppur migliorabile, è già valida, con alcune individualità che stuzzicano la fantasia e l’invidia degli altri grandi club d’Italia. Solo che la Juventus va, il Napoli pure e l’Inter continua a vincere con regolarità: aver blindato il secondo posto contro il Cagliari significa restare nella scia della capolista e tenere a distanza chi insegue. Non v’è dubbio, però, che poter continuare a farlo con più uomini e con più qualità sarebbe quanto mai utile. Ecco perché sarebbe conveniente arrivare al quinto impegno di gennaio, domenica prossima in casa della Sampdoria, con un gruppo ancora più forte. La possibilità che la Roma non prenda nessuno c’è, e non è neppure così campata in aria. Spalletti vuole gente che dia un contributo immediato, oltre che sostanzioso. Ha ragione. E esattamente in questo periodo del campionato, però, che la Roma avrebbe bisogno di nuova linfa. Lo impone la classifica, o no? Sarebbe delittuoso, insomma, restare con il nulla tra le mani. Per non dar corpo, eventualmente, a rimpianti di ogni tipo.
P.S. E sono 20 gol in stagione. Un altro caro saluto a quelli del gruppo Dzeko è un pippone.

(Il Messaggero – M. Ferretti)



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