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Rassegna stampa

Roma, il mercato non si vede: Mourinho in ansia

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CALCIOMERCATO AS ROMA MOURINHOScamacca, doppietta contro il Monza. Kamada, decisivo contro il Napoli, Thuram contro la Fiorentina. Ma si potrebbe continuare. Il trio Loftus-Cheek, Reijnders e Pulisic si è preso il Milan. Volando più basso, Retegui ha già portato 3 punti pesantissimi al Genoa. Volti nuovi che lasciano il segno in serie A, scrive Il Messaggero.

Non si tratta di classifiche di qualità, di paragoni tra calciatori, di giudizi tipo «quello è meglio di quell’altro». Ma di presenze. Tangibili. In campo. Minuto 29 di Roma-Milan: s’infortuna Aouar. La Roma che resta è la stessa dello scorso anno, con Paredes in più ma con Dybala, Matic, Ibañez e Abraham in meno. E i nuovi? A guardare. Per motivi diversi ma la sostanza non cambia: non ci sono. Chi legge questo prologo come una difesa preventiva di Mourinho, sbaglia di grosso. È semplicemente un tentativo di capire perché la Roma, al netto del gioco che ristagna, della squadra che in campo cammina e della desolante prova di venerdì sera, ha un punto in tre gare.

Alla vigilia del match con la Salernitana José aveva provato a frenare l’attesa che poi sarebbe esplosa in entusiasmo con l’arrivo di Lukaku: «Paredes, Renato Sanches e Aouar sono tre giocatori che mi piacciono. Però quante gare ha giocato Aouar l’anno scorso? Leandro uguale. Renato ha avuto degli infortuni che non gli hanno permesso di giocare con continuità. Se stesse bene giocherebbe al Psg. Sono giocatori che piacciono ma che devono essere lavorati, preparati e tutelati». C’è chi ha interpretato queste parole come l’ennesimo tentativo di mettere le mani avanti o per stuzzicare la proprietà. I fatti, non le opinioni, gli stanno dando purtroppo ragione.

Sanches si è fermato al secondo allenamento svolto a Trigoria dopo i 20 minuti del debutto. Out con Verona e Milan. Aouar si è fatto male contro i rossoneri. Fortuna vuole che ora ci sia la sosta ma rischia di non esserci nemmeno al rientro contro l’Empoli. Azmoun è arrivato già infortunato. Lukaku non ha fatto in tempo a finire lo shooting fotografico ai Fori Imperiali, che Mou lo ha catapultato in campo negli ultimi 20 minuti, sperando nel miracolo e incrociando le dita che non si facesse male, avendo nelle gambe un paio di allenamenti e con l’ultima partita giocata a fine giugno, in nazionale contro l’Estonia. Ora che potrebbe lavorarci, lo perde per gli impegni del Belgio e lo riavrà a tre giorni dalla gara contro i toscani.

Kristensen, dopo due pessime prestazioni contro Salernitana e Verona, ha lasciato il posto a Celik. Ndicka non ha giocato nemmeno un minuto. Motivazione? «Deve ancora imparare a giocare con noi». Spiegazione sinistra, considerando che era stata la stessa data per Solbakken che ha salutato la compagnia per approdare all’Olympiacos e togliersi i primi sassolini dalle scarpe: «Sono contento perché questo è un club vincente e propone un calcio offensivo».

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Si dirà: la Roma, frenata dai paletti del Fpp, non poteva muoversi diversamente. E alla fine tra Lukaku e il trio in mediana, il risultato è da promuovere. Vero, per adesso però soltanto sulla carta. Perché in campo i nuovi non ci sono. E quando appaiono, sono in netto ritardo di condizione. È il dazio da pagare per un mercato improntato sulle occasioni e non sulle scelte. Detto questo, la Champions rimane l’obiettivo stagionale. Ma non accorgersi che Mou parte con l’handicap, in campo e in classifica, è miope. Anzi, volutamente miope.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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