CALCIOMERCATO AS ROMA DE ROSSI – Si gioca sempre per ottenere il miglior risultato possibile ma chi vuole davvero bene alla Roma dovrà fare uno sforzo titanico: considerare il prossimo campionato come un set a Wimbledon. Per vincere una partita ne servono tre. Tre come gli anni di contratto che legano Daniele De Rossi e Florent Ghisolfi al club della famiglia Friedkin, scrive il Corriere della Sera.
Sentiamo già il coro inferocito: siamo stufi di progetti, vogliamo vincere! Per costruire un gruppo competitivo anche in campionato – visto che nelle coppe europee la Roma ha fatto bene – si è visto però che la formula con tanti calciatori di grande nome, ma in prestito e con stipendi altissimi, non funziona. Perché? I motivi sono tanti, ma uno ci sembra il principale: non si crea spirito di gruppo e non c’è il sentimento di appartenenza. È come se al posto di una squadra ci fossero tanti singoli professionisti.
Sembra una provocazione, ma non lo è: nel prossimo campionato, il primo «vero» di Daniele De Rossi in panchina, meno si guarderà la classifica e meglio sarà. Al contrario sarà fondamentale tenere d’occhio quanti minuti giocano i nuovi acquisti, quale è la crescita dei giovani. I nomi fatti finora – a partire da Le Fée e Gabriel Sara – sono promettenti.
Hanno bisogno di un periodo di adattamento e in questo periodo devono essere supportati. Se la Roma si fosse presentata all’inizio dello scorso campionato con Zirkzee, Beukema e Aebischer, come sarebbe stata giudicata la campagna acquisti? Giocando contro il Bologna, però, tutti si sono accorti che non contano soltanto i nomi.
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