Una sfida delicata, contro un avversario che ha attaccanti molto veloci, in grado di mettere in difficoltà la difesa giallorossa. I portoghesi di Nuno Espirito Santo (ex portiere di buon livello, nonché tecnico del Valencia), arrivato in estate dopo l’esonero a gennaio di Julen Lopetegui, adottano il 4-3-3. Quella portoghese è una squadra che gioca al calcio, sfruttando la velocità degli attaccanti esterni. Anche il centravanti è una punta di movimento, viene incontro, non è statico in area. Ai tre attaccanti veloci Spalletti dovrà opporsi necessariamente con la difesa a quattro. Il punto debole del Porto è che dietro i difensori non sono rapidissimi e che Casillas, che resta un monumento, non è più il portiere insuperabile dei tempi del Real Madrid.

LE SCELTE – Contro un avversario che gioca al calcio Spalletti farà altrettanto. Il tecnico toscano per sua filosofia non è uno che aspetta, ma la chiave per mettere in difficoltà il Porto è riuscire a sfruttare la velocità di Salah ed El Shaarawy. La Roma dovrebbe giocare con i tre attaccanti veloci, i due esterni più Perotti che fa il falso nueve. Ma Dzeko ha una chance. Durante il precampionato ha dimostrato di essere migliorato dal punto di vista tattico, ha lo spirito giusto per aiutare la squadra. Il bosniaco può dare pure esperienza a livello internazionale. Ha riconquistato posizioni, il rapporto con l’allenatore è buono. Può fare meglio della passata stagione, ha segnato diversi gol nelle amichevoli, è una valida alternativa. Spalletti vede benissimo Perotti, anzi, stravede per lui. Salah è devastante in velocità, ma è anche uno che recupera, un generoso, se perde il pallone rientra fino in difesa. El Shaarawy gli piace, ma a volte non fa i movimenti che gli richiede. Potrebbe rischiare lui. Contro il Porto la Roma giocherà con il 4-3-3 (o 4-2-4, se consideriamo Nainggolan più avanti di Strootman e De Rossi per i suoi continui inserimenti, nella formula senza Dzeko), con una difesa inedita, che al momento sarà così composta: Florenzi a destra, Juan Jesus a sinistra, Manolas e Fazio al centro. Sempre in attesa che si chiuda per Vermaelen. Al momento gli uomini dietro sono contati. Spalletti ha detto che la Roma deve saper giocare anche con la difesa a tre e può farlo anche nel corso della partita, ma non sembra la doppia sfida contro il Porto l’occasione per fare test. Il portiere sarà Szczesny, che finalmente è tornato e da ieri ha cominciato ad allenarsi a Trigoria.

LA TATTICA – Il Porto, pur avendo subito un ridimensionato per alcune cessioni dolorose, abbina la tecnica alla velocità, Herrera e Corona sono i due giocatori più pericolosi. Spalletti ha cominciato da ieri sera a studiare gli avversari. Li considera pericolosi. Di solito le squadre avversarie le mette ai raggi x con il match analyst Beccaccioli, usa molto il computer per vedere le ultime partite. Non è escluso però che uno degli uomini dello staff tecnico viaggi per andare a vedere di persona il prossimo impegno del Porto. Saranno due partite di andata e ritorno contro una squadra di esperienza e di tradizione. In casa giocheranno davanti a un pubblico che li trascina ma questo può essere anche uno svantaggio, perchè costringerà i portoghesi ad attaccare. La Roma potrà metterli in difficoltà con la compattezza e le ripartenze, con le capacità tecniche dei suoi giocatori. Spalletti ha ancora poche amichevoli a disposizione e deve affinare la linea difensiva. In questo caso più che la bravura del singolo conta l’atteggiamento della squadra, che dovrà proteggere la linea difensiva. Contro il Porto, squadra tecnica e sorniona, che gioca in velocità negli ultimi 30 metri con ottime individualità, ci vorrà anche un po’ di spavalderia. La strategia tattica sarà quella di andarli a prendere alti e poi aspettarli. Da lunedì la Roma torna al lavoro per preparare la doppia sfida contro il Porto. La squadra arriverà pronta, si è allenata bene, ormai quasi da un mese. Manca ancora un po’ di brillantezza, dalla prossima settimana Spalletti lavorerà sulla velocità.

(Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo)



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