Ufficialmente non è ancora stata presa una decisione definitiva, ma il tour de force che la Roma si appresta ad iniziare sposta l’asticella verso una scelta più precisa. Per questo Luciano Spalletti ha cominciato a studiare il programma giallorosso partendo inevitabilmente dalla porta, divisa dal duello tra ‘i titolari’ Alisson e Szczesny.

Con soltanto 4 partite alle spalle, il tecnico ha preferito concentrarsi sull’affidabilità del numero uno polacco, rimasto a guardare soltanto nella prima uscita dei giallorossi in Champions League ad Oporto, arrivata tra l’altro a pochi giorni dalla conferma della permanenza nella capitale fino alla prossima estate. Le due gare di campionato e il ritorno europeo all’Olimpico sono poi state affidate a Szczesny, uno dei punti di forza della cavalcata spallettiana nella seconda parte della passata stagione.

Adesso la strada è pronta a dividersi nuovamente tra le 7 partite in 21 giorni del calendario romanista, pronto ad inaugurare anche l’avventura forzata dell’Europa League. Uno scenario che per un’infinità di motivi a Trigoria tutti avrebbero voluto evitare, ma che a questo punto potrebbe anche facilitare le scelte del tecnico. Nonostante le smentite arrivate in più di un’occasione sulla possibilità di dividere i portieri per competizioni (metodo utilizzato da molte squadre europee soprattutto negli ultimi anni), il cambio dei guantoni sembrerebbe essere l’ipotesi più percorribile. I gradi più alti della gerarchia torneranno probabilmente sulle spalle di Szczesny già domenica alla ripresa del campionato con la Sampdoria all’Olimpico, lasciando però lo spiraglio ad Alisson di scendere nuovamente in campo il giovedì successivo nella prima sfida del girone con i cechi del Viktoria Plzen.

Un’alternanza che in teoria potrebbe registrarsi anche nei 10 giorni seguenti, quando i giallorossi saranno costretti ad affrontare 3 sfide di campionato (tra cui l’impegno infrasettimanale con il Crotone) e la seconda gara del girone all’Olimpico con i romeni dell’Astra Giurgiu. Per Spalletti infatti ci sarà modo di non lasciar perdere il rimo soprattutto al brasiliano, che giorno dopo giorno si è conquistato la fiducia e la stima dello staff tecnico, mostrando durante la preparazione estiva la personalità e le qualità tecniche che avevano conquistato più di un anno fa Walter Sabatini.

La decisione di puntare su due portieri di primo livello ha poi preso il sopravvento sulle altre offerte del mercato, in primis quella relativa all’arrivo di Sirigu, disposto ad accettare il ruolo di gregario pur di sbarcare nella capitale. Superata l’indecisione, si è intrapreso il percorso più gradito all’allenatore senza però tralasciare la programmazione del futuro: con la certezza del ritorno di Szczesny il prossimo anno all’Arsenal, Alisson spera di riuscire a raggiungere una quota minima di presenze in questa stagione per acquisire esperienza e conoscenza nella prossima, quando diventerà il titolare a tutti gli effetti. Una quindicina di presenze che gli permetta inoltre di non perdere terreno anche all’interno nella nazionale brasiliana. Finora non sono stati registrati malumori degni di nota, nonostante la competitività di due ragazzi, con caratteri molto differenti, si continui inevitabilmente ad avvertire. «Sono rimasto due partite in panchina ma sono tranquillo», le ultime dichiarazioni del brasiliano arrivate dal ritiro verdeoro.

Per il momento lo è anche Spalletti, perché nella linea intrapresa dalla passata stagione, nessuno deve sentirsi sicuro di ricevere una maglia: «Giocherà chi starà meglio», il messaggio ribadito a nastro dal tecnico. Ma per i portieri è già tempo di risposte.

(Il Tempo – A. Serafini)



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