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Rassegna stampa

Roma, il rischiatutto di Pallotta. Friedkin mai così lontano

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Mai così lontani. Tanto da far pensare che Dan Friedkin se ne sia andato per sempre, senza intenzione di tornare. Gli ultimi contatti tra il magnate texano e James Pallotta per la cessione della Roma sono naufragati tra un’offerta del primo e la mancata risposta del secondo, che è stata presa come un «no». Ora servirebbe un miracolo per riannodare la trattativa spezzata.

I milioni messi sul tavolo erano 575, come anticipato da Milano Finanza e poi confermato da varie fonti. Così divisi: 470 per la AS Roma propriamente detta (ma comprensivi dei debiti che il compratore può decidere se azzerare, contenere o tenere; quasi tutte le società di calcio sono indebitate, ma quelle con fatturati maggiori non hanno problemi a ottenere finanziamenti); 20 per le società «satellite», ad esempio gli immobili di Trigoria; 85 come aumento di capitale garantito da Friedkin, pronto anche a un prestito cash di altri 20 milioni alla società, a quel punto sua. Tolti i debiti, a Pallotta e soci — che detengono una quota dell’88% — sarebbero rimasti 177 milioni, con una perdita rispetto all’acquisto iniziale e alle successive ricapitalizzazioni di circa 90 milioni. Una cifra accettabile in tempi di coronavirus, con una situazione che potrebbe anche peggiorare?

Pallotta non la pensa così ed è pronto a tenere la società, rischiando sul futuro. «Ai conti della Roma ci ho sempre pensato io», ha fatto filtrare. La sua popolarità tra i tifosi è precipitata, ma è un fatto che in 9 anni ha investito circa 280 milioni, tra acquisto e aumenti di capitale.

Il 30 giugno dovrà mettere la firma sotto un bilancio in profondo rosso, ma la pandemia che gli ha fatto saltare il deal quando Friedkin offriva 700 milioni, in questo caso gli ha dato una mano sotto forma dell’articolo 6 del decreto liquidità che permette di posticipare fino al 31 dicembre gli aumenti di capitali dovuti per evitare di portare i libri in tribunale. Pallotta, per quella data, potrà contare su altre informazioni: se il campionato 2019-2020 è arrivato in fondo e come è iniziato quello 2020-2021; se i diritti tv saranno stati incassati per intero; se ci saranno, almeno in parte, incassi da botteghino; se lo stadio di proprietà a Tor di Valle avrà fatto passi avanti o sarà rimasto una chimera. Ma, soprattutto, saprà come si è chiuso il mercato che si terrà dall’1 settembre al 5 ottobre.

Questa è la parte che preoccupa i tifosi. Lo scenario più fosco è quello che vede la cessione di Zaniolo e/o Pellegrini, plusvalenze come ultima spiaggia. L’aumento di capitale di Friedkin aveva come obiettivo la salvaguardia dei talenti. Pallotta, se resterà, farà lo stesso? In caso contrario, reggerà alla contestazione? Da Boston sarebbe più semplice: il presidente non viene a Roma dal 10 aprile 2018, la notte del 3-0 al Barcellona in Champions. Una miniera d’oro che, per le cinque partecipazioni (preliminari compresi), ha portato in cassa 287 milioni. Molti sprecati. Ma se Fonseca, nelle 12 partite che mancano, facesse l’impresa, allora molte cose potrebbero cambiare.

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(Corriere della Sera)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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