AS ROMA NEWS DE ROSSI DE ZERBI BRIGHTON – Niente accade per caso, tranne gli accoppiamenti sorteggiati. Non è un caso se la Roma elimina il Feyenoord ai rigori, perché nessuna squadra negli ultimi 7 anni ha superato più turni Uefa a eliminazione diretta. E non è un caso se il Brighton and Hove, unione di due città dell’East Sussex, si è infiltrato tra le grandi d’Inghilterra fino a vincere il primo girone di Europa League della sua storia, scrive il Corriere dello Sport.
La fatalità è appunto l’incrocio tra le due squadre e i due allenatori italiani, che hanno in comune il prefisso “De” e un’idea propositiva del gioco: De Rossi ha anzi indicato De Zerbi come suo modello, insieme a Spalletti, e nel periodo di inattività è andato a studiarne il metodo proprio a Brighton. «Siamo grandi amici – conferma De Zerbi – noi come le nostre figlie. Poi vediamo il calcio allo stesso modo: immaginavo sarebbe diventato un bravo allenatore. Sarà difficile batterlo».
Alla Roma poteva andare meglio perché i Rangers o il Villarreal, senza contare lo Slavia Praga che ha fatto penare Mourinho, aprivano prospettive più comode verso i quarti. Ma tra le palline sollevate da John O’Shea, ex difensore irlandese testimonial della finale di Dublino, c’erano anche Liverpool e Bayer Leverkusen, due portaerei, e allora bisogna adeguarsi. Non sarà impossibile andare avanti, soprattutto se la Roma saprà sfruttare il fattore Olimpico come fece l’anno scorso contro la Real Sociedad.
Vincendo il primo round potrebbe poi custodire il tesoro all’American Express Stadium, l’impianto che ben rappresenta l’anima mercantile del Brighton: tra estate e inverno il presidente Bloom ha speso sul mercato 93 milioni di euro ma ne ha contestualmente incassati quasi 190, soprattutto grazie alle cessioni di Caicedo al Chelsea (116) e Mac Allister al Liverpool (42).
De Zerbi sta conducendo un campionato apprezzabile, è settimo davanti a club più ambiziosi come Newcastle e Chelsea, e ha vinto il gruppo di ferro dell’Euroleague mettendo in fila Marsiglia, Aek Atene e Ajax. Niente male. Da quando ha preso il posto di Potter, finito sciaguratamente al Chelsea, RDZ ha portato il Brighton in Europa e punta a tenerlo lì. Con lui i Seagulls, i Gabbiani, simbolo della città affacciata sulla Manica, si divertono perché possono aspettarsi di tutto: il 30 gennaio hanno perso 4-0 a Luton (le sconfitte stagionali sono già 9), ma nello scorso weekend hanno vinto 5-0 a Sheffield. Oggi tornano nel loro stadio per sfidare l’Everton: dove girerà la giostra?
De Zerbi cambia spesso modulo: il suo riferimento, il 4-2-3-1, diventa spesso 3-4-2-1 per sfruttare la fantasia davanti, con due giovani che stanno meritando consensi in Inghilterra. Il centravanti irlandese Evan Ferguson è un 2004 che ha già segnato 6 gol in Premier. Si alterna con l’esperto Welbeck, ex Manchester United. I trequartisti sono sudamericani: l’altro 2004 Buonanotte è argentino mentre Joao Pedro, anni 22 e 19 reti stagionali, è brasiliano. Lo hanno preso per 34 milioni l’estate scorsa dal Watford.
In attacco la rosa è profonda se si pensa che l’ex stellina del Barcellona, Ansu Fati, parte dalla panchina. Ma ci sono sostanza e qualità anche negli altri reparti. L’esterno ecuadoriano Estupiñan per esempio è una certezza. La difesa poi è stata puntellata in estate con l’acquisto di Igor, ex Fiorentina, famoso per la strigliata di Italiano dopo il gol preso dal West Ham nella finale di Conference. In mezzo invece gioca la bandiera, il tedesco Gross, classe 1991: è cresciuto insieme alla squadra, che ha raggiunto nel 2017 quando era appena stato promossa in Premier. Rigorista e specialista dei calci da fermo, ha segnato 4 reti e prodotto 9 assist.
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