Tammy Abraham

La Champions, una speranza. Senza quei punti persi malinconicamente, la squadra di Mourinho sarebbe in piena corsa. Oggi si trova a rincorrere. Raggiungere la Juve non è semplice, perché è la Juve e perché ha una rosa più attrezzata, pure alla luce di un mercato faraonico che a gennaio l’ha ulteriormente rinforzata, scrive Il Messaggero.

L’Atalanta è a pari punti ma ha una gara da recuperare, la Lazio è solo una lunghezza dietro e tra due settimane c’è un derby tutto da vivere, che farà chiarezza su chi delle due potrà/dovrà credere di più in quel posto al sole. Per ora la Roma non può che vivere di speranza, perché la matematica dice che piazzarsi ancora si può e, quando hai Mourinho, si deve. Come? Continuare a vincere pensando a tenere caldo almeno il cantuccio per l’Europa League, che significherebbe comunque fare un passo avanti rispetto alla Conference di questa stagione, e alla fine tirare le somme.

Dalla parte della Roma c’è la spinta della sua gente, che accompagna la squadra in casa e in trasferta con presenze da record, da fuori pandemia. Questo vuol dire che se ci credono i tifosi, devono farlo anche i giocatori, con Mou in testa, che ora riprenderà possesso della panchina, scippatagli per due giornate. La spinta emozionale deve accompagnare l’esigenza economica del club, dei Friedkin: Champions vuol dire mettersi in tasca almeno una quarantina di milioni, dei quali le casse della Roma – ultimo bilancio alla mano – hanno maledettamente bisogno.

I giallorossi mancano dalla Champions da tre anni, ultima apparizione della stagione 2018-2019, quella con Di Francesco in panchina (raggiunta anche la semifinale), esonerato poco dopo l’eliminazione agli ottavi con il Porto. Ha bisogno della Champions anche per regalare un sorriso a Mourinho, abituato a stare nell’Europa che conta, che spera in un mercato all’altezza per il prossimo futuro: la Conference non è il suo habitat naturale, non è difficile percepirlo.

Lo Special ha un po’ tutti i calciatori a disposizione, a differenza di un bel pezzo di stagione vissuta in emergenza, e in più può contare sull’apporto e la voglia di alcuni talenti giovani, come Bove e Zalewski, soprattutto il secondo, più il rigenerato Kumbulla e uno Zaniolo che guarda la Nazionale, il rinnovo e quindi di stimoli ne ha. Mou ora ha la squadra in pugno, sa su chi può contare e chi è meglio lasciar perdere, il gruppo sta cominciando a somigliargli, la sfida con l’Atalanta lo ha evidenziato. E si spera non sia un’illusione.

Zalewski? È tutta roba sua: il polacco, tra i migliori sabato, ha riportato una distorsione alla caviglia, oggi verrà visitato a Trigoria e decideranno se approfondire il caso con ulteriori controlli. Ma la sensazione che l’esterno sinistro, Mou, lo abbia trovato. E’ ovvio che non è tutto rose e fiori. Le difficoltà nel raggiungere il quarto posto sono nitide e lo Special le conosce. L’avversaria principale, la Juve, al momento avanti di sei punti. E in più con lo scontro diretto dalla parte bianconera.

Il calendario della Roma non è favorevolissimo: Mou ha il derby, l’Inter a San Siro e le altre trasferte di Napoli e Firenze. Restano le gare con Udinese, Sampdoria, Salernitana, Bologna, Venezia e Torino, qui si può fare il salto, senza commettere gli errori del recente passato.

Gli impegni in Conference possono stancare ma sono un incentivo per chi gioca meno, almeno in questa fase. Mourinho poi, ha un centravanti vero ed è a un passo dal raggiungere Bati e Montella, che alla prima stagione hanno toccato quota 21. Tammy è il giocatore che in campionato ha segnato il maggior numero di primi gol, otto. Insomma, c’è tutto per provarci: in fondo la Roma non è una squadra da ottavo posto. Sei punti sono un ostacolo, non insormontabile. E chissà.



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