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Rassegna stampa

Roma, il tifo ringhia. Ma Pallotta ora cerca altri eredi

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Tic, toc. Tempo fermo. Anzi, le lancette degli orologi, nella Roma giallorossa, sembrano spostate indietro di un anno, ai giorni bui della contestazione per il mancato rinnovo del contratto di De Rossi e l’addio di Totti, quando i tifosi romanisti in tutto il mondo postavano sui social la contestazione contro James Pallotta.

E adesso tutto sembra ricominciare allo stesso modo, visto che due giorni fa, nei pressi della nuova sede della società all’Eur, gli striscioni sono tornati per le strade, così come la rabbia su radio e social. Il motivo, stavolta, appare non sentimentale, visto che la scintilla è dovuta all’ultimo no del presidente all’offerta di Dan Friedkin per avere la Roma, 575 milioni, ma in fondo il cuore trepida con qualche ragione. Perché la strategia di Pallotta, se la campagna cessioni non darà i frutti sperati, mette a rischio anche i gioielli, cioè Pellegrini e Zaniolo.

FFP: l’occasione persa

In ogni caso, se anche il d.s. Petrachi riuscisse a piazzare i circa 14 esuberi che la dirigenza ha messo virtualmente sul mercato, i circa 150 milioni di valutazione che sulla carta possono avere, alleggerirebbero il monte ingaggi di quasi 50 milioni, ma genererebbero poca plusvalenza. Insomma, se il presidente versasse nelle casse quegli 85 milioni proposti da Friedkin, nell’anno in cui il fair play finanziario viene congelato, ciò consentirebbe di ripulire il bilancio e ripartire quasi da zero (esclusi i 300 milioni circa di debito, naturalmente), liberando la dirigenza dal gioco di dover fare ogni anno un centinaio di milioni di plusvalenze. Invece, di sicuro Pallotta verserà 42 milioni per completare la sua parte di aumento di capitale (poi ne restano 18 aperto al flottante) e probabilmente cercherà nuovi finanziamenti da banche Usa e farà «factoring», cioè anticipazione di crediti sui futuri guadagni, con l’obiettivo – nel peggiore dei casi – di vendere la Roma nel giro di tre anni – la caccia all’erede è già iniziata – sperando in una rivalutazione del club. Insomma, se è vero che il presidente dice «non ho mai fatto mancare il sostegno» (oltre 300 i milioni versati) di sicuro il prossimo sarà un mercato conservativo, in cui si spera di mantenere lo zoccolo duro dei migliori, confidando nella crescita dei giovani e, soprattutto, nel via libera allo stadio.

Le tre offerte

Intendiamoci, Friedkin – comparso all’orizzonte ad ottobre, dopo che 3 anni fa aveva detto no ad un ingresso tra i soci – non avrebbe fatto lo sceicco, ma di sicuro avrebbe garantito la permanenza dei gioielli e poi, dopo una stagione di transizione, avrebbe proposto una politica espansiva. Tra l’altro, proprio il tempo (perso) ha giocato contro. Adesso infatti che tra i due magnati è calato il Grande Gelo (per ora), escono fuori tanti retroscena. Eccone alcuni. La Roma a fine 2019, prima di completare la «due diligence», era stata valutata circa 700 milioni. Dopo aver visto i conti, la prima offerta di Friedkin era stata di 660 milioni (che avrebbe consentito a Pallotta & Soci una plusvalenza di 30 milioni), condizionata però all’esito del mercato di gennaio, che doveva prevedere le cessioni di Pastore e Juan Jesus (almeno). Fallito l’obiettivo, a metà febbraio Friedkin abbassò l’offerta a 610 milioni. Il tergiversare di Pallotta, però, fece scorrere i calendario fino ai primi di marzo, con lo scoppio della pandemia e il relativo stop. Per la Roma, nessun precontratto era stato firmato, perché si sarebbe andati direttamente alla firma. Il resto è storia nota, con lo scambio frenetico di mail dal 10 al 28 maggio sull’asse Marc Watts (per Dan)-Bob Needham (per Jim) e l’ultima offerta di 575 milioni (di cui però 85 messi nel club) conclusa dal messaggio diretto fra i due magnati che sanciva la rottura. Impressioni? Anche se la loro è una conoscenza solo superficiale, chi è loro vicino dice che i due caratterialmente forse non si sono rimasti troppo simpatici. Certo, alla fine sono i soldi che comandano, ma a volte è anche il cuore che aiuta a prendere la decisione migliore.

(Gazzetta dello Sport)

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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