Steven Nzonzi

UDINESE-ROMA – Era davvero complicato riuscire a perdere la partita di Udine, eppure la Roma non ha faticato più di tanto per centrare l’impresa. Raramente, lo confessiamo, ci era capitato di vedere una Roma così inutile. Brutta? No, peggio: inutile. Capace, ad esempio, di tenere costantemente il pallone tra i piedi ma senza farci niente. Senza mai essere realmente pericolosa. Una squadra insipida, ecco. Moscia. Lenta. Macchinosa. Pachidermica. Scialba. Grigia. Insignificante. Spenta. Sbiadita. Anonima. Piatta. Insulsa. Banale. Inutile, insomma.

L’esibizione di Udine rappresenta il top horror della stagione per una serie combinata di ragioni, e non solo tecniche. Eusebio Di Francesco, alla vigilia, aveva affermato che la partita in Friuli era più importante delle prossime contro Real Madrid e Inter, eppure alle assenze forzate di De Rossi, Manolas e Olsen ha aggiunto quelle di Dzeko, Under e Florenzi, altri tre titolari, schierando una squadra inedita, mai provata in allenamento e priva di uno straccio di personalità. Una scelta scellerata. Al resto hanno pensato le prestazioni indecenti (inutili…) di molti presunti campioni, ridicolizzati prima da se stessi che dagli avversari. Gente che farebbe bene a chiudersi in un silenzio stampa perenne per non prendere in giro con le proprie parole i tifosi della Roma.

E, adesso, la classifica recita 19 punti dopo 13 partite: una miseria. Da altre parti, e non soltanto considerati gli investimenti del club, sarebbero finiti tutti (da tempo…) in discussione. Tutti, cioè giocatori e allenatore. A Trigoria, invece, anche dopo questa vergogna friulana si continuerà ad andare avanti con il solito, pavido tran tran. In attesa forse della prossima, inevitabile figura di melma.

(Il Messaggero – M. Ferretti)



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