AS ROMA NEWS LUDOGORETS EUROPA LEAGUE – Serviva partire con il piede giusto. La Roma è riuscita invece nell’impresa di complicarsi ancora una volta la vita. A Razgrad finisce 2-1 per il Ludogorets e i giallorossi, complice la vittoria del Betis a Helsinki, si vedono già costretti a rincorrere. Partita bloccata nel primo tempo, apertasi poi nella ripresa quando un errore di Mancini ha spianato il vantaggio ai bulgari. A quel punto Mourinho è tornato a difendere a quattro, regalando un uomo in più in mediana.
Come riferisce Il Messaggero, la Roma è sembrata rinvigorita e con la forza della disperazione ha trovato il pareggio grazie a Shomurodov per poi perdersi nuovamente nel finale. Nulla è compromesso in ottica qualificazione ma serve ritrovarsi quanto prima. Nel gioco, nelle motivazioni, nell’incisività sotto porta ma soprattutto nella dinamicità. Anche ieri la squadra è sembrata monoritmo, compassata, prevedibile. Per questo motivo, è indispensabile il recupero di Zaniolo, come confermerà Mourinho nel post-gara: “Sì sono d’accordo, siamo stati una squadra compassata. Ma lo siamo perché ci manca il calciatore che rompe gli equilibri, Nicolò. Compassati, quindi, ma sempre con il controllo della partita. Perché una gara del genere, poi la vinci 1-0. E invece facciamo un errore sul primo gol e poi siamo costretti a rincorrere. Ma non posso essere arrabbiato. Dal punto di vista umano vedo dei ragazzi che ce la mettono tutta e che anche stavolta hanno reagito. Bisogna rimanere tranquilli, aspettare il rientro dei calciatori infortunati. Torneremo a vincere”.
La fotografia di José è perfetta. Perché la Roma pur non rubando l’occhio dà sempre l’idea di controllare la partita. Il Ludogorets si affida alla velocità dei due esterni che tuttavia, al di là di qualche fiammata iniziale (Despotov che va via a Mancini), sembrano comunque soggiogati dal blasone giallorosso.
La Roma, dopo i primi 10 minuti di studio che servono anche per prendere le misure ad un campo che somiglia più ad una spiaggia bagnata di fine estate che ad un manto erboso degno di una competizione europea, inizia a salire con il baricentro. Ok, lentamente come la coppia Matic-Cristante prevede, ma nel giro di 10 minuti a cavallo della mezz’ora ha 4 occasioni. Due volte Pellegrini, una Dybala ma soprattutto il palo di Mancini sugli sviluppi di un corner, regalano l’impressione che l’inerzia della partita sia virata dalla parte dei giallorossi. E qui emerge l’altro problema dei ragazzi di Mou: “Purtroppo dobbiamo fare tante azioni prima di segnare. È un problema che dobbiamo risolvere”.
Come quello di cambiare marcia, anche se la difficoltà nel farlo la spiega/conferma ancora una volta il tecnico: “Abbiamo due calciatori come Matic e Cristante che sono simili, non ad alta intensità. Ma se manca Zaniolo non posso abbassare Lorenzo”. E così con il trascorrere dei minuti la squadra (dopo due altre occasioni per Dybala e Pellegrini) nella ripresa si spegne. Paulo inizia a rifiatare, Belotti si conferma lontano parente del Gallo granata e come accaduto spesso in questo avvio di questa stagione, la Roma inizia ad allungarsi, diventando terreno fertile per i piccoletti del Ludogorets.
Piotrowoski trova il varco giusto per Cauly, difesa stranamente fuori posizione (l’errore principale è di Mancini che segue Despotov anziché andare in contrasto) e per il brasiliano di cittadinanza tedesca è un gioco da ragazzi superare Svilar. Mou prova a cambiare. Passa finalmente a 4 inserendo Bove, Camara, Spinazzola, Shomurodov e Volpato (fuori Mancini, Cristante, Spinazzola, Belotti e Matic) e sfiora il pari con il guineano (salvataggio sulla linea di Verdon) e Pellegrini (di testa fuori da due passi), prima di trovarlo con Shomurodov (assist di Pellegrini).
Sembra finita. Il pari, per come si era messa, può forse andar bene ma la Roma fa ancora una volta harakiri. Rick, subentrato da poco, fa quello che vuole in area. Spinazzola va a vuoto, Ibañez viene disorientato dai ripetuti dribbling, il pallone finisce sui piedi di Nonato che non dà scampo a Svilar. C’è il tempo ancora per reclamare un rigore su Dybala e sfiorare il 2-2 sempre con Paulo. Finisce invece 2-1, secondo ko in 4 giorni. Mou, seppur masticando amaro, non fa drammi: “Per fortuna ci sono 6 partite, chi vince la prima è favorito, chi la perde ha più pressioni. Dobbiamo vincere con l’Helsinki”. Ma non solo. Serve recuperare il prima possibile Zaniolo.
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