Lele Adani

ULTIME NOTIZIE AS ROMA INTER ADANI – La prima di José Mourinho contro la “sua” Inter. Ma anche un crocevia importante per il futuro delle due squadre in campionato, con i nerazzurri sempre più vicini a Napoli e Milan, e la Roma che non può perdere altro terreno se vuole credere alla qualificazione in Champions League. All’Olimpico è una supersfida e a giocarla a La Gazzetta dello Sport è l’ex difensore e opinionista tv Lele Adani.

Lele, non possiamo che cominciare da Mou: sarà più particolare per lui affrontare l’Inter o per i tifosi nerazzurri ritrovarsi il portoghese da avversario?

«Il legame tra José e gli interisti è stato così forte e intenso per due ragioni: il triplete e la durata del rapporto. Ridurre tutto, però, al “ha vinto la Champions” sarebbe ingiusto. Mourinho, mettendoci il suo marchio e il suo stile, ha dato voce al popolo nerazzurro, grazie al carisma e al senso di ribellione. È stato a Milano solo due anni e forse proprio per questo è entrato ed è rimasto nelle viscere dei tifosi in un modo che non può essere dimenticato. Ma oggi sarà speciale anche per Mou. Anche se non lo farà vedere, perché sa come mantenere l’aplomb sul lavoro, dentro di sé sarà molto, molto emozionato: quell’esperienza all’Inter l’ha toccato profondamente di sicuro».

La sua Roma, però, non può permettersi di lasciare il passo. Gli alti e bassi continuano…

«Al di là di vittorie e sconfitte, Mou aveva trovato la strada giusta, a livello tattico, con il passaggio dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1, ma tra squalifiche e infortuni contro l’Inter sarà costretto a tornare all’antico. Non sarà facile. Credo che alla Roma serva per prima cosa stabilità all’interno del progetto e tra risultati altalenanti e assenze, la ricerca si fa più complicata».

Al contrario, l’Inter sembra aver trovato un certo equilibrio

« Da subito Inzaghi aveva dato una proposta di qualità con più varietà di Conte, ma non aveva ancora la stessa solidità. Ora l’ha acquisita fin troppo rapidamente e la difficoltà sarà mantenerla. I segnali sono positivi: nelle ultime partite è mancato De Vrij, ma con tre perni centrali differenti (Ranocchia, Bastoni e Skriniar ndr) ha sempre ottenuto risultati. Il giocatore chiave in questo senso è Brozovic, che ha una centralità totale nella squadra dal punto di vista tattico ed è contagiante anche nel resto: non è un caso che salito di tono lui, lo abbia fatto di conseguenza anche Calhanoglu. E pensare che c’era chi sosteneva il croato non potesse giocare con un altro centrocampista di qualità vicino. Modric in nazionale ed Eriksen nell’Inter lo scorso anno cosa erano?».

I bookies danno i campioni d’Italia favoriti per il bis scudetto: è d’accordo?

«Io l’ho sempre pensato, mentre sulla Juve ho mollato qualche settimana fa. L’Inter, però, a differenza dei bianconeri non ha mai perso la direzione del percorso. Napoli e Milan hanno fatto cose straordinarie, ma per me la gerarchia ha sempre visto l’Inter davanti, anche quando era un po’ in ritardo. Proprio il fatto che la squadra non si sia disunita quando era a -7 dai cugini rossoneri, ma abbia tirato dritto per la propria strada senza guardare le altre, è la conferma di una certa maturità. Ha sempre fatto corsa su se stessa e ora può farlo anche punti alla mano, essendo tornata a ridosso delle prime e totalmente in corsa».

Nella Roma c’è anche un altro ex, Zaniolo. Dopo il ko di Bologna, Mourinho gli ha suggerito di andarsene all’estero per come viene bistrattato dai difensori e non tutelato dagli arbitri.

«Un’uscita del genere poteva essere tollerata solo perché arrivava da Mou. Credo, al contrario, che Zaniolo debba ricondurre tutto al campo, dimenticandosi pregiudizi arbitrali o polemiche che non gli fanno bene. È forte, normale che trovi ostacoli e botte davanti a sé. Può e deve semplicemente superarli, vista la qualità che ha..».

Travestiamoci da Mou: come la batto l’Inter?

«Con i ribaltamenti di fronte veloci di Zaniolo, Mkhitaryan e Shomurodov, al costo di lasciare il possesso agli avversari in alcune parti del match, alternando le fasi di pressing a quelle in cui è necessario abbassarsi. I giocatori offensivi giallorossi hanno più gamba dei vari Brozovic o Bastoni, che faticano se presi in velocità o se costretti a correre all’indietro. In particolare, Shomurodov deve allungare la difesa nerazzurra e creare lo spazio tra retroguardia e centrocampo, ai lati o dietro Brozovic, dove i trequartisti possono ricevere palla e colpire».

Cambiamo panchina: Inzaghi farà male alla Roma…

«…Non dando certezze alla difesa giallorossa. L’Inter ormai ha così tante soluzioni che alcune le scopre addirittura in corso d’opera: dal lavoro delle due punte, con un plauso particolare alla professionalità di Dzeko, centravanti totale, agli inserimenti di Barella e le posizioni di Calhanoglu al limite, per finire con le scorribande in fascia di Perisic. Come difendi contro una squadra che ti può far male in così tanti modi diversi?».



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