AS ROMA NEWS DYBALA – Una tifoseria in festa. Ma di più: in delirio. La larga fetta romanista della città si è addormentata con il sorriso e cullata dai sogni di gloria, dopo aver saputo che Paulo Dybala non si sarebbe trasferito all’Al-Qadsiah e, anzi, avrebbe continuato a giocare nella, e per, la Roma. Era stato un risveglio triste e, soprattutto, rassegnato all’evidente certezza che a Dybala non rimanesse che preparare le valigie per l’Arabia Saudita, scrive Il Messaggero.
E invece. E invece tutto si è capovolto nel suo contrario e Dybala ha promesso davvero che ci vedremo domenica – questa e molte altre. Non è un’illusione, no, stavolta è vero. Tutto sembrava perso, ma in fondo era solo un incubo: forse il destino, per una volta, ha tifato per la Roma. Così l’immagine che resta a galleggiare sulla superficie delle emozioni è il gruppo di ragazzi, alcuni poco più che bambini, che giovedì sera si è radunato sotto la casa di Dybala, all’Infernetto, per festeggiare la sua permanenza a Roma, per ringraziarlo, celebrarlo, consegnargli nelle mani, e tra i piedi, le speranze e i desideri di un’intera tifoseria.
Con le maglie numero 21 sulle spalle e gli smartphone accesi a rischiarare l’oscurità, tutti hanno intonato cori e canti di gratitudine per Paulo e anche per la moglie Oriana, che ha contribuito a orientare il pensiero del campione al pari della mamma Alicia. E, va raccontato, Paulo e Oriana si sono affacciati dal balcone a tarda notte, due ombre nere stagliate contro la luce della casa, in lontananza, a ricambiare il saluto con un gesto del braccio. «Resta con noi», chiedeva per sapere (e per avere) uno striscione dipinto dai ragazzi. Allora le fratture si sono ricomposte e ogni nodo si è sciolto dopo settimane di tensioni e incredulità.
Tutti contenti, i tifosi grandi e i tifosi più piccoli, nonostante la Roma di Daniele De Rossi sia ancora incompleta e abbia l’urgenza di acquisire giocatori di spessore nelle ultime giornate del mercato. E del mancato saluto di Dybala si è gioito, in città, quasi quanto si era festeggiato il suo arrivo nel 2022. È come un nuovo acquisto. Sulle onde delle radio e sui social, TikTok in particolare, si è ballato il tango della follia; e la fantasia creativa ha generato meraviglie. Tra romanisti spesso urlanti, certo commossi e per lo più increduli, su X, l’ex Twitter, qualcuno addirittura prima aveva chiesto un aiuto a papa Francesco e poi è tornato a ringraziare per l’avvenuto prodigio.
Mai si sarebbe potuto immaginare che un rifiuto potesse suscitare un simile fiume di allegria. In genere, poi, le cose non funzionano così: sono i sì a regalare felicità, non i no. Ma Roma è anche una città magica e, quindi, pure l’esatto opposto può accadere. Tanto che, ieri, molti hanno avanzato l’ipotesi di dare a Dybala la numero 10 della Roma, la maglia che è stata, e per sempre sarà, di Francesco Totti. Le norme della Lega di Serie A non permettono un cambio di numerazione durante la stagione e, dunque, la possibilità sembra destinata a tramontare.
Però certo la sostanza dell’idea restituisce la misura dell’euforia della tifoseria giallorossa. E, dopotutto, sono tornati alla mente altri gran rifiuti della storia del calcio: Gigi Riva, ad esempio, mai ha lasciato il Cagliari per la Juventus; Kakà ha declinato l’invito del Manchester City per proseguire nel Milan; allo stesso Totti, negli anni, sono arrivate offerte ricchissime dal Real Madrid, mai troppo considerate in favore della Roma; e anche Javier Zanetti, infine, ha giurato fedeltà all’Inter davanti alle proposte madridiste.
Ecco Rosella Sensi, l’ex presidentessa della Roma, che ha fotografato l’istante giallorosso: «Questo è il potere di una città come Roma. Questa è la magia di questa squadra, di questi tifosi, di questo popolo. Paulo Dybala ha detto no a un contratto faraonico. Lo ha fatto dopo aver sentito il calore e l’amore che questa tifoseria sa regalare alle persone che valgono. Bravo Paulo, da oggi sei nella storia». E anche la politica si è unita al coro di congratulazioni per Dybala: da Giuseppe Conte a Matteo Salvini, dal Pd alla Lega, tutti hanno elogiato la decisione del campione argentino di rinunciare a un ingaggio di 75 milioni di euro.
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