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Rassegna stampa

Roma, Joya sospesa. Dybala: Verona no, prova per la Coppa e chiede garanzie

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AS ROMA NEWS DYBALA – Se la gioia è questione di istanti, la Joya – si spera – dovrebbe durare assai di più. Quanto basta, almeno, per traghettare la Roma verso i propri sogni, che al momento hanno la qualificazione alla Champions League come stella polare, scrive La Gazzetta dello Sport.

Per questo negli ultimi tre giorni Paulo Dybala ha fatto correre un paio di lunghi brividi ai tifosi giallorossi, pur con prospettive temporali assai diverse. Mercoledì era stato il suo futuro incerto a tenere banco, soprattutto se associato a quello di José Mourinho, mentre giovedì è toccato il fastidio al flessore della coscia sinistra – che lo aveva costretto a gettare la spugna all’intervallo contro il Salisburgo – rubare la scena e preoccupare chi ha a cuore la bellezza.

E allora cominciamo da qui, cioè dalla roulette russa che è diventata ogni partita della Roma, visto che ognuna corre il rischio di essere determinante per gli obiettivi societari. L’esame ecografico a cui si è sottoposto ieri a Trigoria l’attaccante argentino ha portato in dote buone notizie. Non ci sono lesioni, ma solo un sovraccarico muscolare che andrà monitorato di giorno in giorno.

Questo significa essenzialmente due cose: la prima è che Dybala, conscio del proprio corpo, si è fermato in tempo; la seconda è che contro il Verona sarà tenuto a riposo, potendo ipotizzare per lui al massimo la panchina. È naturale, quindi, ipotizzare che lo staff tecnico intenda lanciare una sorta di “operazione Coppa”, che preveda per lui il rientro nella gara di ritorno contro il Salisburgo, in programma giovedì, decisiva per il passaggio del turno in Europa League.

Morale: da qui a maggio la gestione della Joya sarà fondamentale per le sorti della Roma, visto che con Paulo in campo la media punti s’impenna vistosamente. D’altra parte l’attaccante conosce bene i suoi limiti, per via dei numerosi infortuni muscolari di cui è rimasto vittima, e proprio per questo cerca di tutelarsi nel modo migliore, senza creare problemi alla squadra. Per questo, al momento, la speranza di vederlo contro il Salisburgo sta lievitando.

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Se invece riavvolgiamo il nastro e torniamo all’inizio, scopriamo che il discorso legato al futuro di Dybala pare diverso da come viene posto. È del tutto certo che rimarrà alla Roma? Dipende da lui, ma anche dal club giallorosso. Com’è noto, l’argentino ha una clausola di rescissione da 20 milioni valida solo per l’Italia e da 12 milioni per tutto il resto del mondo. Ma se la proprietà deciderà di far scattare l’aumento previsto dal contratto in corso, portando l’ingaggio da 4,5 milioni a 6 milioni, la clausola sarà disinnescata.

Ovvero: qualora la Roma decidesse di cederlo, lo farebbe solo alle proprie condizioni. E allora giustamente l’attaccante si chiede: arriveranno offerte? E da chi? E il club le ascolterà? Oltre a tutto ciò, pesa la variabile Mourinho. La presenza dello Special One allo stesso tempo è determinante e non indispensabile. Il paradosso è chiaro: se il portoghese rimanesse, significherebbe che le ambizioni della Roma resterebbero elevate (e Dybala ne sarebbe felice), ma se magari lasciasse il posto a colleghi del calibro di Conte, Klopp, Ancelotti e via sognando, la Joya saprebbe che la competitività resterebbe elevata e non avrebbe alcun motivo per andare via, sempre che ne esistessero le opportunità. Una cosa è certa: nonostante il Mondiale in bacheca, la fame di Paulo non si è ancora placata.

«Vorrei vincere un trofeo internazionale di club e desidererei tornare a giocare la Champions», sono i due mantra con cui da novembre è entrato nel trentesimo anno di vita. Con la Roma potrebbe riuscire a centrare entrambi gli obiettivi, e questo gli basta per attendere l’estate con fiducia. E se i muscoli di seta diventeranno pietra, Mourinho sa di avere a disposizione un asso che nessuno può possedere. Ed è anche per questo che il loro feeling potrebbe essere anche a lunga scadenza. Anche se la sensazione forte è che ciascuno dei due, quando si tratterà di decidere l’avvenire, giocherà la propria partita in modo strettamente personale.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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