(Corriere della Sera) Avversarie sul campo, ma non (più) nemiche a livello societario. Domenica sera la Roma e la Juventus devono centrare aritmeticamente i rispettivi obiettivi: la qualificazione alla prossima Champions per la formazione giallorossa, il settimo scudetto consecutivo per quella bianconera. La rivalità sportiva, però, resta accesa e sono molti i tifosi giallorossi che sperano che la formazione di Di Francesco rovini la festa a quella di Allegri. E se in questa stagione è saltato il duello scudetto che aveva caratterizzato gli ultimi campionati, per colpa soprattutto della Roma che ha perso terreno strada facendo e ha lasciato il ruolo di antagonista al Napoli, l’appuntamento è solo rimandato al prossimo anno. È questa la speranza dei quasi 60mila – ieri sera erano più di 53mila i biglietti venduti, compresi gli abbonati – che saranno allo stadio per salutare la stagione giallorossa. Quella con i bianconeri sarà una gara dai significati particolari per molti giallorossi: da De Rossi, che giocherà probabilmente per l’ultima volta contro il suo ex compagno di Nazionale, Gigi Buffon, a Schick, in ballottaggio con Cengiz per una maglia da titolare e che la scorsa estate è stato prima comprato e poi scaricato dalla Juventus. Avrà molti occhi addosso anche Lorenzo Pellegrini. Sicuramente non sarà una gara come tutte le altre per Radja Nainggolan, che già pochi secondi dopo il fischio finale a Cagliari, prometteva di «giocare per l’onore». Lui alla Juventus non è mai voluto andare, e non ha mai fatto niente per nascondere l’antipatia (reciproca) verso una tifoseria che di sicuro non ha mai digerito i suoi rifiuti.
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