Rick Karsdorp

CALCIOMERCATO AS ROMA KARSDORP – Il caso Karsdorp non è ancora risolto. E stavolta non è stato Mourinho ad alimentarlo ma il calciatore, che attraverso la voce del suo legale ha spiegato senza possibilità di equivoco le sue intenzioni: vuole lasciare la Roma subito, a gennaio. Tiago Pinto sta cercando di gestire la situazione, un po’ mediando all’interno e un po’ trattando all’esterno, scrive il Corriere dello Sport.

Prima di Natale si era creata una buona occasione, uno scambio alla pari con la Juventus, con Mattia De Sciglio pronto al trasferimento, ma la differenza degli stipendi ha frenato l’affare: De Sciglio guadagna tanto e per muoversi avrebbe preteso anche più soldi. Adesso Karsdorp interessa a un paio di club inglesi, che però lo prenderebbero solo in prestito. La Roma invece punta alla cessione definitiva per almeno 10 milioni. Non sarà facile, nel mercato di gennaio.

Karsdorp si è adeguato alle regole del club, rispondendo alla convocazione e partecipando anche alla tournée in Portogallo, ma non ha cambiato la sua posizione. Vuole andare via, prima di tutto perché non perdona a Mourinho l’espressione usata in sala stampa dopo la partita contro il Sassuolo (“C’è un giocatore che ha tradito la squadra”) che ha permesso poi ai giornalisti di ricostruire le clamorose accuse dell’allenatore urlate nello spogliatoio. Ma c’è anche un elemento ambientale a suggerirgli di lasciare la Roma. Di ritorno da Reggio Emilia, Karsdorp ha trovato alcuni tifosi che lo aspettavano sotto casa per insultarlo. Per questo ha concordato con Tiago Pinto il permesso di volare subito in Olanda con la famiglia: probabilmente non sarebbe stato nemmeno convocato per l’ultima partita contro il Torino, per punizione. 

Mourinho, da parte sua, è ancora convinto di aver agito per il bene della squadra. Ha attaccato il singolo per proteggere il gruppo. Ma non ha preclusioni verso il giocatore, che infatti ha utilizzato nelle amichevoli in Algarve. Se gli servisse anche in campionato, lo manderebbe in campo. Ora è Karsdorp a chiudere al dialogo. Si sarebbe aspettato una difesa d’ufficio della società, che invece ha lasciato a Mourinho l’autonomia nelle scelte tecniche, anche di natura disciplinare. E si sarebbe aspettato anche un intervento dei compagni, che non si sono schierati dalla sua parte né si sono adoperati per ricucire lo strappo.



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