AS ROMA NEWS SALISBURGO EUROPA LEAGUE – Se il calcio può essere anche partitura musicale, nella notte di Salisburgo — città natale dell’immortale Wolfang Amadeus Mozart — José Mourinho si cuce addosso i panni dello sfortunato maestro Antonio Salieri, il cui spartito collaudato da anni e vittorie stavolta accusa la stecca nell’ultimo rigo del pentagramma, scrive La Gazzetta dello Sport.
Così vincono i padroni di casa grazie a un 1-0 santificato da una rete di testa di Capaldo a pochi minuti dalla doccia. Pur non brillando affatto, la Roma avrebbe meritato di vincere, non fosse altro che per i due legni colpiti da Cristante e Belotti e per un possibile rigore nel primo tempo su cui Mou recriminerà nel post-partita.
Invece i giallorossi terminano a 33 le partite europee con gol all’attivo e subiscono la prima sconfitta della loro storia contro una squadra austriaca, pur facendo registrare il più alto valore di “expected goals” (1,30) della stagione se si eccettua il match contro l’Atalanta. Certo, il Salisburgo non è apparso niente di speciale. Pressing e aggressività stavolta non si sono visti, come se la Red Bull — tesoro della casa — non avesse fatto effetto. Colpa, più probabilmente, della stagione appena riavviata che ha lasciato ruggine nelle gambe, visto che per gli austriaci è appena il terzo match dalla ripresa.
Si comincia però a handicap, visto che l’arbitro designato e un guardalinee si sono sentiti male nella notte e vengono sostituiti in tutta fretta da due tedeschi. A fischiare, perciò, tocca all’ex assistente Var Higler, con scarsa esperienza internazionale (due match all’attivo), quella che invece avrebbe il Var, Van Boekel, ma che non arbitra più da un paio d’anni. Insomma, un pasticcio. Cosa su cui si lamenterà Mou dopo un penalty non fischiato nel primo tempo per un contatto fra Pavlovic e Abraham.
In ogni caso, in avvio il portoghese conferma la formazione delle ultime due partite, con Zalewski spostato sulla fascia destra ed El Shaarawy a tutta fascia mancina, soprattutto lui in appoggio a un Abraham che spesso vede giocare lontano da sé uno spento Dybala e Pellegrini, pronti a scendere in mediana a dare punti di riferimento a una manovra che ha Cristante come faro.
La difesa è come di consueto spesso bloccata e anche per questo difficile da superare. Lo capiscono presto il tenero Fernando e Okafor, che hanno in appoggio Dedic, visto che il centrocampo ha Gourna-Doutah a fare da frangiflutti davanti alla difesa e in appoggio l’onnipresente Seiwlad e il più tecnico Capaldo. Ne viene fuori un primo tempo di poca sostanza e così, se per i primi venti minuti il pallino del gioco è austriaco, si registrano solo una serie di conclusioni dal limite di cui solo una, quella di Capaldo all’ottavo minuto, fa sporcare i guanti Rui Patricio.
Il risveglio della Roma pencola soprattutto sulla fascia sinistra, dove il Faraone tenta di alzare il baricentro con sgroppate mai banali. In una di questa, al 24’, un suo cross genera un colpo di testa di Abraham che Kohn blocca. Due minuti ed è Zalewski, stavolta dalla fascia destra, a trovare l’inglese, che stavolta però non trova la porta. L’occasione più grande però arriva al 43’, quando uno straordinario lancio di prima di Cristante trova Tammy che, dopo essersi sbarazzato di Pavlovic, tira solo addosso al portiere in uscita.
La ripresa comincia con l’ansia Dybala, lasciato nello spogliatoio per un problema muscolare. Al suo posto tocca a Celik, che consente a El Shaarawy di appostarsi alle spalle di Abraham e a Zalewski di tornare sulla prediletta fascia sinistra. Eppure, ancora una volta, l’inizio della frazione è di marca austriaca, con Capaldo e Adamu che si fanno pericolosi. Lentamente, però, è la Roma che prende il comando delle operazioni e, pur senza brillare, lucida il suo marchio di fabbrica: i calci piazzati.
Così al 24’, su angolo di Pellegrini, è Cristante a colpire la base del palo, mentre al 36’ — dopo cambi in vista campionato — su corner di Zalewski, la carambola innescata da Smalling e Belotti costringe il portiere a deviare sulla traversa. Sembrerebbe la certificazione del pari, ma al 43’ un cross di Pavlovic pesca Capaldo che di testa sigla la beffa. Impressioni? La rimonta non è certo impossibile, ma ritrovare scampoli di bellezza aiuterebbe.
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