CALCIOMERCATO AS ROMA – José Mourinho usa il bilancino per ogni dichiarazione pubblica. Così il riferimento a una squadra a cui «manca ancora qualcosa» e a un mercato «fantastico ma frutto di una reazione (alla partenza di Dzeko; ndr)» non è certo casuale. Giustamente aziendalista, Mou ha fatto riferimento ad acquisti che potranno arrivare la prossima estate, ma è il primo a sapere che il mercato è ancora aperto per dieci giorni e che le strade del cielo sono infinite, scrive il Corriere della Sera.
Il problema – non solo della Roma ma quasi tutti, esclusi PSG e Manchester City – è che per comprare bisogna prima vendere. Il lavoro di Tiago Pinto non è semplice, però bisogna fare un ultimo sforzo. La concorrenza («La Roma l’anno scorso è arrivata a -29 dall’Inter e -16 dal quarto posto» è un altro mantra di Mou) si è indebolita o non si è rafforzata: c’è l’occasione per tornare da subito a lottare almeno per la zona Champions.
Il sogno del tecnico è avere un regista (Zakaria e Anguissa restano i nomi più caldi), un difensore centrale visti i continui infortuni di Smalling e un ricambio per Karsdorp dato che Reynolds non è pronto. Anche in questo caso Mou è il primo a sapere che la Roma non può esaudire tutti i desideri. Così resta la priorità: un regista.
Pinto aveva trovato l’accordo per vendere Diawara al Wolverhampton, ma il centrocampista non si è convinto del downgrade. Il Sassuolo, che ha ceduto Locatelli alla Juve, si è fatto avanti per Villar, ma anche lo spagnolo è da convincere. Il tempo passa, la soluzione Cristante-Veretout, provata in Turchia, convince fino a un certo punto. Contro la Fiorentina sarà interessante capire se ci sarà turnover. E per chi.
Discorso difesa. Numericamente la Roma sembra a posto: quattro centrali e quattro esterni, in attesa del recupero di Spinazzola che vorrebbe bruciare i tempi ma che non può rischiare ricadute. Smalling, però, non più stato quello della prima stagione, anche se Mourinho ha puntato su di lui come titolare nelle amichevoli precampionato. Calafiori, riserva di Viña, ha perso un po’ di occasioni sempre per infortunio; Reynolds sembra ancora un pesce fuor d’acqua nel calco italiano e avrebbe assoluto bisogno di giocare con continuità, in prestito a una squadra medio-piccola. Tasselli difficili da mettere insieme, tenendo presente gli investimenti già fatti e la pesantissima eredità di bilancio lasciata ai Friedkin dalla gestione Pallotta. Per cui: all-in sul regista.
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