NOTIZIE AS ROMA – Dovevano essere dei top, finora si sono rivelati dei (mezzi) flop. Di attenuanti, dopo solo 270 minuti di campionato, ce ne sono molte, ma nel brutto inizio di campionato della Roma c’è anche l’impronta di cinque nuovi acquisti che non solo avrebbero dovuto far dimenticarei partenti (Alisson, Nainggolan e Strootman le cessioni più sanguinose), ma soprattutto far compiere alla formazione giallorossa il salto di qualità.
Pastore, Nzonzi, Cristante, Olsen e Marcano, in ordine di importanza e quindi di aspettative, non stanno facilitando la vita a Di Francesco, che a sua volta concontinui cambi di modulo e molta confusione tattica non li sta certamente aiutando. Quasi 100 milioni di investimenti – 96,7 tra costo dei cartellini, prestiti onerosi e bonus-, che non stanno dando i frutti sperati. La vicenda è ancora più preoccupante se si considera che, ad eccezione di (Cristante, 23 anni, tutti gli altri non sono proprio ragazzini: 28 Olsen, 29 Pastore, 30 Nzonzi) e 31Marcano): non siamo di fronte, insomma, a delle scommesse dal futuro incerto.
Al contrario, dovrebbero essere certezze. Il caso più preoccupante èquello di Javier Pastore, che fin dal giorno della presentazione ha tenuto a chiarire le cose: «Di Francesco mi ha detto che giocherò mezzala». Versione ribadita, successivamente dall’allenatore e dal d.s. Monchi. Alle prime difficoltà, però, il tecnico ha deciso di cambiare. Già a Torino, alla prima giornata, Pastore è partito nei tre di centrocampo e ha finito largo nel tridente. Stessa posizione occupata dall’inizio contro l’Atalanta, prima di tornare a fare il trequartista nel 4-2-3-1: una confusione tattica che non gli ha impedito di segnare uno straordinario gol di tacco e di servire l’assist per il pareggio di Manolas.
A Milano è partito di nuovo trequartista, stavolta nel 3-4-1-2,prima di un nuovo ritorno al 4-2-3-1, ma non ha mai inciso sulla partita. È andata ancora peggio al campione del mondo Steven Nzonzi, che ha inciso sul risultato finale, ma per il pallone perso a tempo scaduto da cui è nato il gol vincente del Milan di Cutrone. Arrivato con un mese di ritardo a causa del Mondiale, è rimasto fuori col Torino, è stato quasi costretto a scendere incampo nella ripresa contro l’Atalanta e riproposto dall’inizio al «Meazza», senza avere ancora i 90 minuti nelle gambe.
(Corriere della Sera – G. Piacentini)
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