Josè Mourinho

AS ROMA NEWS EMPOLI MOURINHO – Di colpo la Roma si ritrova a rincorrere. In classifica, a livello di obiettivi stagionali, per non parlare dell’affetto della gente che mercoledì, a fine partita, l’ha sonoramente fischiata, scrive Il Messaggero.

Lo schiaffo di Ballardini ha riportato tutti con i piedi ben saldi a terra. Non che ci fosse nulla per il quale esaltarsi anche prima del ko con la Cremonese ma quella foto scattata dopo l’1-2 di Napoli, voluta da Mourinho per provocare una reazione emotiva nel gruppo, ha avuto l’effetto opposto. José ha cercato la scossa, quello che ne è uscito fuori è stato un cortocircuito. Nel gioco, nelle idee, nelle motivazioni.

Quella che in coppa Italia doveva essere la grande occasione stagionale, s’è trasformata in una figuraccia. Nella gestione-Mou se la gioca con la notte di Bodø. Le eliminazioni di Milan e Napoli avevano tracciato un’autostrada verso la finale. La Roma ha sbandato invece alla prima curva. E se dal 2008 è una normalità, stavolta fa ancora più male perché è successo all’Olimpico. Sì, lo stesso Olimpico che per la 20ª si è riempito e sarà sold-out anche oggi contro l’Empoli.

Un feeling, quello con lo stadio amico, da ritrovare. Delle 8 sconfitte stagionali, 5 sono arrivate in casa. Tre in campionato (Atalanta, Lazio e Napoli), una in Europa League (Betis Siviglia) e l’ultima in coppa Italia contro la Cremonese. Anacronistico. Per la storia della Roma e per quella di Mourinho. José vive di record. E se il suo orgoglio è la bacheca che si porta dietro con 26 tituli, non è da meno nemmeno l’ingresso nel 2015 nel Guinness dei primati per il suo record di gare di campionato senza sconfitte in casa tra il febbraio 2002 e l’aprile 2011.

Oltre 9 anni e 150 partite, tra un Porto-Beira Mar 2-3, lui appena arrivato al Porto, e un Real Madrid-Sporting Gijon 0-1. In mezzo, 125 vittorie e 25 pareggi. L’allenatore dello Sporting che interruppe la serie si chiamava Manolo Preciado: morì 14 mesi dopo, per un improvviso malore. Nei tre anni a Madrid, José perse solo tre volte al Bernabeu. Poi tornò al Chelsea e perse una volta a Stamford Bridge il primo anno e nessuna nel secondo.

Appena tre sconfitte a Old Trafford (due da Guardiola col City) nei due anni completati al Manchester United. Ricapitolando: nelle 14 stagioni intere in cui ha guidato una squadra, Mou ha vinto 8 campionati e su 53 sconfitte totali appena 7 sono arrivate in casa. Prima di approdare a Roma, era imbattuto in casa in Italia: 39 partite senza sconfitte. Ha avuto modo di superare il record di Allegri (41) portandolo a 43 ma poi, da quel ko con il Milan nel 2021, tutto è cambiato.

Oggi con l’Empoli non serve nulla di speciale. Serve semplicemente tornare alla normalità. E vincere con i toscani, per una squadra che ambisce alla Champions (per una sera sarebbe addirittura seconda), deve tornare ad esserlo. Non serve scomodare nemmeno la statistica che vede la Roma nelle 14 partite di Serie A aver avuto la meglio sui toscani per 12 volte (e 2 pari). Per farlo José si affida alla sua formazione titolare. Rientrano dal 1′ Dybala, Matic, Smalling (che giunto alla 28ª gara, vede scattare l’opzione di rinnovo) e Abraham, tenuti a riposo nel 1° tempo con la Cremonese.

Unico ballottaggio sulle fasce: Zalewski dovrebbe scivolare a destra al posto di Celik e El Shaarawy a sinistra. In panchina ci sarà Wijnaldum ma mancherà Foti. Il vice di Mou è stato fermato per un mese perché «al 33′ della ripresa rivolgeva agli Ufficiali di gara, urlando, ripetute espressioni offensive; per aver rivolto, dopo il gol della Cremonese, frasi minacciose verso un dirigente della squadra avversaria; per avere inoltre proferito, dopo aver ricevuto (…) l’ espulsione, ripetute espressioni blasfeme; per avere, infine, dopo il termine della gara, posizionatosi davanti allo spogliatoio del Direttore di gara, rivolto al medesimo ulteriori espressioni offensive con tono minaccioso». Tornare alla normalità, significa anche evitare che scene del genere si ripetano.



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