Josè Mourinho

ULTIME NOTIZIE AS ROMA FRIEDKIN MOURINHO – A volte, la vita accelera così in fretta che non ci si rende conto di essere rimasti indietro, scrive La Gazzetta dello Sport. La sconfitta di Bodo – fra le più imbarazzanti della storia della Roma – ha portato allo scoperto la linea di frattura che esisteva fra uno degli allenatori più vincenti del calcio (José Mourinho) e una proprietà che, pur iniettando quantità enormi di denaro, ha fatto del “progetto” la parola chiave (i Friedkin).

Progetto che, da qui al dicembre 2022, sarà benedetto da un aumento di capitale da 460 milioni, di cui 385 già versati fra Pallotta (101) e gli stessi Friedkin (284). Insomma, altri 75 ne arriveranno.

Ma il 6-1 norvegese – con il Napoli alle porte – ha improvvisamente fatto scolorire il mantra «tempo», pronunciato spesso dallo Special One, per lasciare il posto alla parola «qualità». Quella che, per l’allenatore portoghese, manca alla Roma, visto che Mou ha detto: «Posso contare solo su 12-13 giocatori, io impiegherei sempre gli stessi». Sono bastate queste frasi per spazzare via le affermazioni del g.m. Pinto, che aveva detto di essere sulla stessa linea di un tecnico.

A poco vale il fatto che le rassicurazioni del tipo «siamo una famiglia» provino a ridurre l’impatto delle parole chiave. Tanti giocatori, per il momento, sono stati scaricati, tanto da far dire a Mourinho che i titolari del Bodo avevano «più qualità» rispetto a quelli giallorossi. Una bestemmia se si pensa ai valori virtuali di mercato (6,5 milioni contro 111) e agli ingaggi.

Così tocca a Pinto parlare di «serata dolorosa», ma di aver «gettato con la proprietà le basi per un futuro migliore». Basterà? Intanto social e radio si sono scatenati nei confronti della squadra – i titolari a Bodo hanno fatto peggio delle riserve –e stavolta anche di Mourinho. Con gli stessi giocatori, in fondo, Fonseca era andato avanti in Europa League . E negli archivi riemergono affermazioni analoghe del 2009, dopo l’eliminazione dell’Inter dalla Coppa Italia: differenza di qualità nel gruppo. Così, dopo aver comunque vinto lo scudetto, Moratti acquistò le pedine del Triplete.

Inutile dire che i Friedkin sono arrabbiati per un k.o. del genere, devastante anche per l’immagine, tanto da pensare al rimborso per i 400 tifosi andati a Bodo e che hanno contestato. Lo Special One, però, ha parlato con la proprietà anche per invocare rinforzi a gennaio. Due di sicuro: un terzino destro e un centrocampista. Il rimpianto, per Mou, è non aver saputo prendere Anguissa in prestito come ha fatto il Napoli, e ora il bilancio non consente investimenti top. Occorrerebbe vendere, ma se mezza squadra (Reynolds, Calafiori, Kumbulla, Diawara, Villar, Darboe e Mayoral) è delegittimata, farlo sarà complicato.

Il tecnico infatti stavolta non ha parlato di inesperienza, ma di qualità che manca. Così il faccia a faccia di 40 minuti – in cui ha parlato anche Pellegrini – è stato nel segno della delusione di Mou. «Sono stato onesto ma certe cose non si possono dire in pubblico». Vero, ma possono lasciare spazio anche a interpretazioni come quelle del tifoso Lino Banfi: «Quando succedono queste cose significa che lo spogliatoio non c’è più». Speriamo che stavolta Nonno Libero abbia torto. Perché il Napoli fa paura.



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