AS ROMA NEWS ZANIOLO CRISTANTE – Azzurro tenebra e azzurro lucente. Così sono tornati a Trigoria i due simboli della notte turca della Nazionale. L’altalena nelle prestazioni ha messo in vetrina Nicolò Zaniolo e Bryan Cristante, che riabbracciano la Roma con stati d’animo assai diversi, scrive La Gazzetta dello Sport.
L’attaccante ha vissuto un’altra giornata no, mentre il centrocampista – autore di un gol – ha fatto addirittura crescere i rimpianti per il suo mancato utilizzo contro la Macedonia del Nord, quando l’Italia di Mancini ha inaspettatamente detto addio al sogno mondiale.
Proprio il commissario tecnico, a fine partita, ha sottolineato alcune delle carenze che Zaniolo ha rivelato in azzurro. «Deve imparare a giocare di più con i compagni», ha detto il ct, aggiungendo comunque come il tempo sia sempre e solo dalla parte di Nicolò, che lui ha virtualmente scoperto, convocandolo in Nazionale quando non aveva ancora esordito nella Roma, dove peraltro si era già conquistato la stima di Eusebio Di Francesco. Altri tempi.
In quei giorni il vento sembrava spirare solo alle spalle del ragazzo mentre adesso la crisi sembra evidente, e non solo dal punto di vista fisico. Inutile nasconderlo: il fatto che José Mourinho abbia messo in panchina il talento giallorosso nel derby e ne sia stato ripagato forse dalla migliore prestazione dell’anno da parte della squadra, ha avuto un effetto ambivalente nell’animo del ragazzo. Gioia pura per la vittoria – le foto sono eloquenti – malinconia piena per aver saltato uno dei match più sentiti da lui stesso e dalla tifoseria. Non è escluso che, dopo un anno e mezzo di inattività a causa del doppio infortunio alle ginocchia, fisicamente Zaniolo stia pagando anche il rientro a tutto tondo nell’attività agonistica.
Il problema, però, potrebbe avere anche risvolti psicologici. Non è un caso che la società abbia proposto a Nicolò anche l’utilizzo di un “mental coach” che lo aiuti, ma per adesso il rifiuto è stato netto, anche se tanti dei più grandi campioni dello sport in genere e del calcio in particolare lo adoperino con ottimi risultati. La domanda più importante, però, al momento resta una: se Mourinho continuerà a scegliere il sistema di gioco che prevede una sola punta, quale sarà l’impiego di Zaniolo da qui a fine stagione? Nello scacchiere del portoghese, infatti, sia il ruolo di attaccante esterno nel 4-2-3-1, sia quello di seconda punta nel 3-5-2 non sembrano i più adatti per mettere in evidenza le qualità di un attaccante che ancora deve esprimere tutto il proprio potenziale.
Discorso quasi opposto quello che riguarda Cristante. Il centrocampista è sempre più leader sia in campo che nello spogliatoio. Non è un caso che nei diversi sistemi tattici in cui è stato collocato, abbia trovato sempre adattabilità. Da centrale difensivo a frangiflutti davanti alla difesa, da mezzala a trequartista, nei suoi anni di Roma si sta dimostrando sempre insostituibile, cosa certificata dalle sue 155 presenze complessive. Insomma, non sorprende che il c.t. Mancini lo abbia prima voluto sia nel gruppo dei campioni d’Europa (suo l’assist a Bonucci nella finale contro l’Inghilterra), sia nella rosa della ricostruzione dopo l’addio al Mondiale.
A unire Zaniolo e Cristante, poi, ci sono altri due elementi: un rinnovo di contratto da ridiscutere in estate e la corte segreta (ma neppure troppo) dei massimi club italiani, pronti a sferrare un vero attacco a fine stagione. Sulla carta la Roma ha intenzione di blindare entrambi, ma le strategie di mercato potranno essere chiare solo fra un paio di mesi. Una cosa è certa: l’attaccante e il centrocampista hanno un futuro tutto da scrivere. Per questo malinconie ed esultanze, per ora, sono senz’altro premature.
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