Pjanic non basta. Volenti o nolenti, la Roma deve ancora vendere. Non tanto per la spada di Damocle rappresentata dal fair play finanziario che il presidente Pallotta intende rispettare. Quanto per alleggerire il monte ingaggi e sfoltire una rosa che altrimenti non potrà essere ulteriormente integrata. Passano gli anni ma il discorso a Trigoria non cambia: uno esce, uno entra. E siccome in difesa, tra addii (Maicon), partenze imminenti (Castan, Gyomber e Zukanovic) e difficoltà nei riscatti (Digne) «è rimasto soltanto Manolas» (Lucio dixit), il reparto dove si investirà maggiormente sarà proprio quello arretrato. Aspettando novità (presumibilmente dal 1 luglio), negli ultimi giorni si sono verificate situazioni abbastanza singolari: martedì era sembrato chiaro l’invito pubblico di Spalletti al club di rinnovare il contratto di De Sanctis («e poi abbiamo Morgan»). Nelle ultime ore invece il portiere ha aperto al Pescara. Ma non finisce qui. La Roma ha trovato l’accordo con Mario Rui (900mila a stagione) e con l’Empoli (3 milioni più 6 di prestito)? L’agente del portoghese continua ad incontrare altri club, Digne (con Maxwell vicino al rinnovo al Psg) non perde occasione per continuare a proporsi mentre a Trigoria pur provando ad abbassare le pretese dei francesi (che esigono l’obbligo di riscatto a 15 milioni: giallorossi fermi a 12) fanno trapelare di aver ormai perso le speranze. E poi tra chi viene offerto (l’ultimo in ordine di tempo, il parametro zero N’Koulou che a dispetto di quanto scrivono alcuni siti specializzati non è dotato di passaporto comunitario) e chi attende da settimane il via libera (Caceres) o la fumata bianca (Szczesny), la lista sembra non finire mai. A proposito del polacco: a inizio settimana, nuovo contatto con l’Arsenal.

GLI ESUBERI Affinché qualcosa si muova e alcuni riscatti vengano effettuati (scontato quello di El Shaarawy: con il Milan si discute sulle modalità di pagamento), la rosa va sfoltita. Sono una decina i calciatori per i quali Sabatini sta cercando una sistemazione: Castan, Torosidis, Zukanovic, Vainqueur, Iago Falque, Doumbia, Ljajic (al quale va prima rinnovato il contratto) e Iturbe. Solamente d’ingaggi, per la Roma privarsi di questi giocatori rappresenterebbe (al lordo) un risparmio di 27-28 milioni. Senza lo stipendio di Garcia (2,8 netti per i prossimi due anni, ergo una decina di milioni lordi) il totale sfiorerebbe i 40.

RICHIESTE E PRESTITI Il problema è che eccezion fatta per lo spagnolo (vicino al Torino), Ljajic (Fiorentina più paio di club tedeschi) e il difensore ex Corinthians (Genoa e un paio di società brasiliane) le richieste per gli altri si limitano a qualche prestito. E così, suo malgrado, il ds potrebbe vedersi costretto a cedere elementi sui quali faceva affidamento per il futuro (leggi Paredes, Ricci e Sanabria). Ma il lavoro di sfoltimento non finisce qui: tra i numerosi giovani di rientro dai prestiti (17 elementi in tutto) e uscenti dalla Primavera (Ponce e Casasola verso lo Sporting Gijon; il Cesena vuole Capradossi; Sadiq ad un passo dal Bologna; Balasa tra Atalanta e la permanenza a Crotone che vuole anche Marchizza; Machin richiesto dal Sassuolo), c’è da perdere il conto. Capitolo a parte merita invece Dzeko. Per ora in assenza di offerte appetibili ha deciso di restare. In Italia soltanto l’Inter o il Milan potrebbero fargli cambiare idea. Ma in quel caso dovrebbero essere prima ceduti uno tra Bacca e Icardi. In Inghilterra invece ci prova il Sunderland: offerti alla Roma 11 milioni di sterline.

(Il Messaggero – S. Carina)



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