(La Repubblica – M. Pinci) Negli occhi i lampi della gara di andata. Sulla lavagna, i modi per provare a fermarlo. Il vero ostacolo tra la Roma e la rimonta verso Kiev, ha i tratti di Mohamed Salah. Di Francesco da giorni ha messo al primo punto del suo programma la voce “disinnescare Salah”. A Trigoria si chiedono come fare da quando l’urna ha detto Liverpool. Scoprendo che limitare l’egiziano può essere più difficile che bloccare Messi. Questione di caratteristiche: Messi nel Barça di oggi è anche il regista offensivo: parte basso, detta il passaggio, va a riprenderlo per concludere. Ha un raggio d’azione ampio più facile da incrociare con un numero consistente di uomini. Salah ad Anfield ha invece sfruttato la propria velocità partendo a ridosso dell’area, favorito dalla condizione di uno contro uno con i 3 difensori. Il Liverpool ha segnato spesso così: pressing a metà campo, palla recuperata “ alta” e verticalizzazione per l’egiziano, imprendibile in campo aperto. Copione applicato alla lettera pure contro la Roma. In fondo Salah oggi è una specie di mito biblico su cui si moltiplicano storie e leggende: salva un ladro e lo fa redimere, partecipa a una campagna antidroga e le adesioni s’impennano del 400%, magari romperà pure il duopolio Messi-Ronaldo per il Pallone d’oro, vincendolo.
Certo il prezzo pagato dalla difesa a tre contro di lui ha convinto Di Francesco a tornare al 4-3-3. «Salah va raddoppiato», il messaggio. Alla “gabbia” dovrà partecipare anche il centrocampo: allo studio due diverse soluzioni, soprattutto se Strootman non recupererà dalla botta al costato. Il giocatore che ha scelto Di Francesco è Pellegrini, il più dinamico e quindi più portato a contrastare la mediana inglese. C’è poi un piano B, da rischiare a gara in corso: una sorta di 4-2-4 con la coppia De Rossi- Gonalons, non esattamente la più dinamica possibile. Un’opzione “disperata”.
Altra preoccupazione primaria dell’allenatore è evitare di prendere gol in avvio. Subirlo rovinerebbe forse irrimediabilmente i piani, oltre a cancellare lo slancio emotivo dell’Olimpico. Che nella notte di domani farà a pezzi non solo il record di incassi della storia della città, ma quello assoluto in uno stadio italiano registrato per Inter- Juve di sabato: dal botteghino infatti la Roma incasserà una cifra vicina ai 5,5 milioni di euro. Da aggiungere ai 94 milioni già garantiti dalla Champions. E raggiungere la finale di Kiev porterebbe la cifra ad almeno 110 milioni. Oltre alle mosse del tecnico, la Roma può sperare nei numeri. In questa stagione, 8 successi su 26 sono arrivati con 3 gol di scarto, e il 3-0 è il secondo risultato con cui ha vinto più volte, dopo l’1-0.
In più, qualcosa a Liverpool non va esattamente come vorrebbe Klopp. Il suo vice, Buvac, a cui è legato dai tempi in cui entrambi giocavano al Mainz, ha lasciato la squadra, ufficialmente solo fino al termine della stagione. Ma sulla Mersey tanti parlano di dimissioni. Persino Salah s’è trovato al centro di beghe litigando con la federazione egiziana per una questione di sponsor. Poi c’è la questione hooligans: molti sono da ieri a Roma, il terrore è che cerchino scontri coi romanisti per vendicare Sean Cox, il tifoso dei Reds in coma. Il report Uefa non fa menzione del fattaccio, in attesa di riscontri dalla polizia inglese. Prendersi la finale, per la Roma, è l’unico modo per esser certa che quella col Liverpool non sia l’ultima in Champions per chissà quanto tempo.
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