AS ROMA NEWS SALERINTANA BELOTTI – Spazio lì davanti ce n’è talmente tanto che secondo alcuni – Mou compreso – in attacco esiste una vera e propria voragine da riempire. A volte, però, un gallo ha bisogno di sentirsi unico e solo per mostrare con orgoglio la sua cresta. La preparazione di Roma-Salernitana, e più in generale un ritiro nel quale ha potuto lavorare sapendo già da un mese che sarebbe stato il centravanti titolare, deve avere stimolato parecchio uno come Andrea Belotti, scrive il Corriere dello Sport.
Nel momento in cui la Roma s’è dovuta aggrappare alla sua voglia di riscatto, il centravanti da zero gol in un’intera stagione di Serie A ha cantato tre volte in novanta minuti. E pazienza se il primo grido glielo ha strozzato in gola la tecnologia: quel fuorigioco per mezzo scarpino individuato dal Var, dopo un’esultanza sfrenata simile a quella di un bambino al campetto, anziché demoralizzarlo lo ha caricato come una molla. Quella dell’Olimpico doveva essere la sua serata, e in effetti lo è stata.
«Sai cosa mi mancava più del gol? Tornare a essere me stesso» ha detto a fine partita, tornando con la mente a una stagione disgraziata sotto porta e complicata anche dal punto di vista fisico. «L’anno scorso ho avuto un periodo molto difficile – le parole di Belotti – sono arrivato tardi a Roma, non ho fatto la preparazione e ho avuto qualche infortunio. Non sono mai stato al 100%. Quest’anno ho fatto tutta la preparazione e quando sto così so di poter essere di grande aiuto».
Nella Serie A 2022-23 l’ex centravanti del Toro non era riuscito mai a segnare (31 gare a secco) dando però un contributo importante in Europa League (3 reti). La gioia di esultare davanti al pubblico romanista gli mancava da sei mesi esatti (Roma-Salisburgo). Ma tutto questo non gli basta, ovviamente. Perché il 2-2 contro la Salernitana è considerato dallo spogliatoio come un mezzo passo falso: «Ho cercato di dare il mio contributo, ma non è bastato per vincere e c’è grande rammarico da parte di tutti noi. Quando pareggi in casa non è mai un bel risultato, abbiamo subito due reti e anche davanti potevamo fare molto di più».
Le due reti sono state entrambe “alla Belotti”. La prima con un mix di potenza e tecnica, dopo un corpo a corpo con Fazio e un dribbling secco su Gyomber, mentre nella seconda circostanza si è fatto trovare al centro dell’area sul corner calciato col contagiri da Paredes. Nonostante la prova brillante, nelle prossime ore il pressing del mercato si farà sentire sempre di più. Sentir parlare ogni giorno di Zapata (dopo le telenovele Morata e Marcos Leonardo) non dev’essere il massimo per un bomber ancora in cerca di certezze. Anche perché il colombiano arriverebbe nella Capitale per giocare, in attesa del rientro di Abraham.
A Belotti però la concorrenza non spaventa – se vale l’esempio dell’Europeo vinto nel 2021, viceversa, la competizione interna con Immobile mostrò il volto migliore del gallo – e a precisa domanda ha smarcato la questione con stile: «A questa cosa devono pensare la società e Mourinho. Io penso a dare il massimo quando vado in campo e chiunque arriverà per aiutarmi sarà a disposizione della squadra». Difficile porsi ora un obiettivo in termini di gol, anche se nel frattempo stare lassù in cima alla classifica marcatori con Osimhen, Lautaro (e Candreva) non dev’essere affatto male. «Il mio obiettivo è segnare il più possibile per la Roma. Quest’anno non voglio fermarmi».
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