Se qualcuno, la scorsa estate, avesse pronosticato che Edin Dzeko avrebbe segnato in questa stagione più di Gonzalo Higuain, nessuno gli avrebbe creduto. Il bosniaco ha invertito la tendenza e si presenta alla sfida di domani con cinque gol realizzati in più: 17 (12 in campionato e 5 in Europa League) contro i 12 (9 più 3 in Champions) del Pipita. Juventus-Roma sarà anche il duello a distanza tra i numeri 9, che in carriera hanno realizzato complessivamente 530 gol: 270 il bianconero (239 nei club e 31 in nazionale) e 260 (211+49) il giallorosso.
Dzeko, dopo un’estate in cui per lui sono arrivate offerte solamente da campionati minori, come quello cinese, ha conquistato gli scettici che in estate ne chiedevano a gran voce la cessione, ma soprattutto ha convinto Luciano Spalletti, che lo ha messo al centro della sua idea di calcio, anche se ha sempre alternato il bastone e la carota. «Non contano solo i gol – ha ripetuto spesso il tecnico -, ma come Edin riempie la partita, come gioca per i compagni». La gara con i rossoneri è stata il paradigma di questo modo di intendere il ruolo: Dzeko non ha segnato – non lo fa da due giornate (più 20 minuti contro l’Astra Giurgiu) – ma ha lavorato per gli altri attaccanti. Un uomo squadra a tutti gli effetti, come piace a Spalletti.
Tutto il contrario di Higuain, che è letale in area ma che, per rendere al meglio, ha bisogno di una squadra che giochi per lui. Due modi diversi di intendere il calcio. Se la spunterà Higuain, la Juventus avrà mezzo scudetto cucito addosso. Se invece prevarrà Dzeko, la Roma comincerà a sognare.
(Corriere della Sera)
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