Chiamatela, se volete, la rivoluzione silenziosa. Perché a dispetto della volontà espressa da Spalletti non più tardi di 20 giorni fa («La Roma ha un bel motore e sarebbe bene andare a lavorare su quello, mettendo a punto i particolari senza toccare il motore stesso») che tra l’altro seguiva i propositi del presidente Pallotta, datati 7 aprile («Nel prossimo mercato faremo solo ritocchi, aggiungendo un paio di tasselli»), anche in questa stagione la Roma rischia’ seriamente di cambiare almeno 5 pedine della formazione titolare. Non sarebbe una novità visti i trascorsi (sette novità nel 2012-13; cinque nel 2013-14 e 2014-15; sei nel 2015-16) ma andrebbe sicuramente a contraddire i propositi di Lucio.

RIBALTONE DIFENSIVO – Considerando Szczesny prossimo al riscatto (sia il portiere che a Trigoria sono convinti che dopo l’Europeo verrà formalizzato il rinnovo del prestito con l’Arsenal), la difesa sarà rivoluzionata nei due terzini e nel centrale che affiancherà Manolas. L’infortunio di Ruediger c’entra poco. Anzi, paradossalmente, proprio in virtù di questo ko il tedesco è rimasto nella capitale e non si è trasferito al Chelsea. L’attesa per una risposta da un esterno del calibro di Zabaleta (offerto triennale) lascia intendere che la Roma ha capito, al netto delle dichiarazioni ufficiali, che Florenzi può fare l’esterno basso ma di certo non è il ruolo dove rende meglio. Le alternative all’argentino non mancano: alcune costose (Aleix Vidal) altre più economiche (Widmer, De Sciglio e Zappacosta). A sinistra verrà fatto un ultimo tentativo per Digne («O resta alla Roma o andrà altrove, al Psg non rimane», ha detto l’agente) ma Spalletti punta su Mario Rui. Il nodo principale rimane in mezzo dove servono due calciatori. Sabatini sta cercando un centrale mancino che sappia impostare il gioco da dietro. Lo scorso anno in extremis decise di scommettere su Ruediger ma solamente perché era certo del recupero di Castan (ora la Roma ha l’accordo con la Sampdoria ma Leo è titubante). Per come gioca Spalletti, un difensore con i piedi buoni serve. Caceres è bloccato da febbraio e in questi ultimi giorni ha messo in stand-by le offerte che gli sono pervenute (una è della Fiorentina) proprio perché attende la Roma. Vermaelen, con l’arrivo di Umtiti al Barcellona, è sul mercato. Al netto degli infortuni, è l’identikit che più si avvicina a quanto cerca Lucio. Musacchio piace ma costa. N’Koulou, ora che ha preso il passaporto comunitario e soprattutto considerando che è un parametro zero, torna in lizza. Nacho (visto il no del Real) e Benatia (con il Bayern che non accetta prestiti che non contemplino l’obbligo di riscatto) rimangono un po’ defilati ma non vanno scartati. Capitolo mediana: in arrivo due pedine. Una al posto di Pjanic, l’altra per Paredes. Spalletti ha individuato in Badelj il metronomo utile al suo scacchiere. Non è l’unico profilo. Con caratteristiche (e costi) differenti ci sono anche Wjanaldum e il pallino di Sabatini, il giovanissimo Tielemans. Al posto dell’argentino, nel mirino c’è Diawara. In avanti attese diverse cessioni. Oggi Ljajic darà una risposta al Torino che ha già bloccato Iago Falque. Il Basilea attende l’ok di Doumbia mentre Dzeko è cercato dal Sunderland ma aspetta l’Inter (se cederà Icardi). Intanto nove milioni del Tottenham per Sanabria non sono sufficienti. Figuriamoci le richieste di prestito per Iturbe del Bologna e dell’Atalanta che vorrebbero anche parte dell’ingaggio pagato dalla Roma. Non il massimo della convenienza.

FRANCESCO RIPARTE – Oggi Totti inizia a Sabaudia la preparazione personale in vista del ritiro. I primi di luglio, Totti si trasferirà poi a Merano nella clinica di Henry Chenot.



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