AS ROMA NEWS CALCIOMERCATO – «La rosa della Roma è migliore di quella che ho trovato. Rispetto l’opinione di tutti, ma su questo non ci sono dubbi». La firma è quella di Tiago Pinto, il general manager della Roma, direttamente dal palco del Social Football Summit 2023, a cui ha preso parte due giorni fa, nella pancia dello stadio Olimpico, scrive La Gazzetta dello Sport.
Ma è davvero così? Per qualcuno sì, basti pensare all’arrivo di stelle come Dybala e Lukaku, ad esempio. Per qualcun altro no, tanto che nella Capitale è vivo il dibattito sul valore effettivo della rosa offerta a Mourinho e in molti pensano che non sia realmente all’altezza. Almeno non per competere per la Champions, vero obiettivo della Roma.
E allora siamo andati a vedere i valori attribuiti alla rosa giallorossa da Transfermarkt, con l’accortezza di tener conto del fatto che sono valori variabili, che possono anche «drogare» il calcolo finale. E che si tengono in considerazione tutti i giocatori utilizzati durante la stagione, anche i giovani.
Sta di fatto, che dall’arrivo di Pinto nella Capitale il valore della rosa non solo non è migliore, ma è anche peggiorato. L’ultima Roma costruita prima dello sbarco del dirigente portoghese, quella del 2020/21, aveva infatti un valore totale di 395,65 milioni di euro, quella attuale si attesta a 362,15. In mezzo, poi, ci sono altre due stagioni: 381,25 milioni nel primo anno di Mou, 361,37 lo scorso anno, l’unico con un valore più basso rispetto alla rosa attuale. Insomma, tra la Roma che Pinto ha ereditato e quella attuale c’è una differenza di 33,5 milioni, pari ad un -8,5% (che potrebbe essere però compensato dall’arrivo di Mou sulla panchina giallorossa).
Ma come può essere che la rosa a disposizione di Fonseca nel suo secondo anno abbia un valore più alto di quella attuale? Il motivo è legato alla valutazione di alcuni giocatori come ad esempio Kumbulla, che era stato appena preso e aveva un valore di 25 milioni (contro gli 8 di oggi). O Spinazzola, che dopo lo scambio con Luca Pellegrini si portava dietro i 29 milioni messi a bilancio (diventati nel frattempo 26 come valore, oggi siamo a 10) per acquistarlo dalla Juventus. Oppure la valutazione di alcuni giocatori che con Fonseca sembravano poter emergere (Villar 15, Mayoral, Diawara e Kluivert 14) e che invece non si sono rivelati all’altezza della situazione.
Tanto è vero che Mourinho poi ha cambiato pian piano quasi tutta quella rosa lì, di cui sono rimasti solo in 8: Pellegrini, Mancini, Cristante, El Shaarawy e gli stessi Spinazzola e Kumbulla (oltre ai baby Bove e Zalewski). Pinto è arrivato in una Roma in cui i giocatori con il maggior valore erano Pellegrini e Zaniolo, 40 milioni entrambi. Gli stessi che ha oggi Lukaku, il top stagionale (per il cui riscatto il Chelsea vuole 37 milioni di sterline, al cambio 42,5 milioni di euro, valore a ribasso a causa del pesante ingaggio).
Nella prima Roma, però avevano un valore alto pure Veretout (33) e Mancini (30) e più in generale i giocatori oltre i dieci milioni erano 16, contro i 14 di oggi. Dove, tra l’altro, quattro di questi sono in prestito (Lukaku 40, Sanches 14, Kristensen 13 e Azmoun 12) e quindi rappresentano un valore relativo. O, meglio, un valore presente, ma non patrimonializzato e quindi non futuribile. «Il tempo ci dirà come è andata la Roma – ha detto ancora Pinto – Abbiamo fatto tante cose difficili e io avevo un compito: lasciare la Roma meglio di come l’ho trovata. Finanziariamente non c’è dubbio, in due anni andrà anche molto meglio». Con l’obiettivo, ovviamente di migliorare ancora di più la rosa giallorossa.
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