(Corriere della Sera – G. Piacentini) L’ultimo gol lo aveva segnato 546 giorni fa, il 3 aprile del 2016: non una rete qualsiasi ma nel derby contro la Lazio. Alessandro Florenzi ha scelto il modo migliore per mettersi definitivamente alle spalle l’infortunio, realizzando al Meazza il definitivo 2-0 che ha consentito alla Roma di ottenere la sua quinta vittoria, tra campionato e Champions, consecutiva. «È il successo più significativo – le sue parole a fine gara – tra gli ultimi ottenuti. Non è mai facile vincere con il Milan, in uno stadio pieno, siamo contenti di essere riusciti a dare questo bel segnale. Loro restano una grande squadra, ma abbiamo meritato i tre punti. Se siamo in corsa per lo scudetto? Lo dirà il tempo, facciamo la corsa su noi stessi».

Dopo tanto tempo è tornato titolare nel tridente, e ha subito messo il suo sigillo. «Poteva andare meglio vista l’occasione prima del gol, ma sono felice della vittoria: avevo tanta voglia di segnare, e di tornare a fare ciò che amo». Complessivamente la Roma ha dato una grande dimostrazione di forza. «Abbiamo fatto capire di avere personalità, nel momento più difficile sono uscite fuori le nostre qualità e la nostra forza. In rosa ci sono tanti calciatori bravi, che fanno questo mestiere alla grande. Vogliamo continuare su questa strada con il lavoro che facciamo quotidianamente».

Più che soddisfatto Eusebio Di Francesco. «La Roma c’è – la sua analisi -, perché ha dimostrato di essere squadra anche in una settimana con qualche infortunio di troppo, dopo un viaggio lungo. Abbiamo perso Strootman, abbiamo vinto con la testa e dato dimostrazione di consapevolezza e maturità. Dicevano che vincevamo solo partite facili, ma stiamo trovando gli automatismi. Ora siamo dietro agli altri, cerchiamo di guadagnare punti partita dopo partita. Dobbiamo rimanere coi piedi per terra, avevamo tantissime assenze e abbiamo risposto nel migliore dei modi».

Un pensiero per Florenzi, vero jolly da utilizzare in ogni posizione in campo. “Non mi serviva il gol per capire che giocatore è Florenzi, che testa ha. Lui sa fare tutto molto bene, si vede più terzino ma io credo che da esterno sia devastante: ha i tempi d’inserimento, è un piccolo Callejon”.

La vittoria giallorossa forse ha messo nei guai il suo amico Montella. «Bisogna credere nel proprio lavoro, poi è normale che gli episodi possono cambiare le partite: con l’Inter abbiamo perso per 20 minuti giocati male. L’affetto per Vincenzo c’è a prescindere da quello che è successo in campo». Dagli States l’entusiasmo del presidente James Pallotta: «È stata una Roma fantastica»



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