La scaramanzia. La voglia di crederci pur sapendo che è difficile. L’attesa. Il ritorno della curva Sud, «determinante quasi come un giocatore in campo». C’è chi ha scritto la storia della Roma, come Losi, chi ne è stato capitano a lungo, come Giannini, chi ha scritto le pagine più belle dei derby, come Delvecchio, e chi in prima squadra, come Di Livio, non ha mai esordito ma ha fatto tutta la trafila nelle giovanili. «Facciamo subito 2-0 e poi ce la giochiamo», dice in privato e anche in pubblico, cioè nella radio in cui lavora, Di Livio. Come lui anche Delvecchio, Candela, Pruzzo, Tonetto e Cervone intervengono quotidianamente nelle radio e, come lui, anche dicono ai tifosi e ai giornalisti la stessa cosa: «Fondamentale sarà l’inizio». E Delvecchio precisa: «I primi 20 minuti, quelli in cui dovrà fare la parte del leone la mentalità». Giacomo Losi ammette: «È una partitaccia, però sarà decisiva la testa giusta. Quindi non un singolo, ma la squadra, tutta insieme, con coraggio».
«Io pronostici non ne faccio perché bisogna andare con i piedi di piombo e sarei curioso di sapere se c’è qualcuno che si è sbilanciato – dice De Sisti -, ma voglio dire due cose: la Roma ce la può fare, e questo è indubbio, serve però tanta speranza». Il perché lo dice Ottavio Bianchi: «Nelle coppe partire da un 2-0 è un vantaggio notevole, ma il calcio ci ha abituato ad imprese che si pensavano impossibili, basti pensare anche a quella del Barcellona. Ho visto poco la Roma ultimamente, ma se pensassimo che fosse impossibile ribaltare le cose nello sport, tutti noi che lo guarderemmo a fare?».
(Gazzetta dello Sport)
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