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Rassegna stampa

Roma, Lazio e Salernitana: gli occhi della Finanza su mercato e plusvalenze

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AS ROMA NEWS PLUSVALENZE FITTIZIE – Indagati il presidente della Lazio Claudio Lotito, il ds Igli Tare e l’altro dirigente Angelo Fabiani. Nel mirino anche un generale della Guardia di Finanza, Ugo Marchetti e l’ex amministratore unico della Salernitana Luciano Corradi, scrive il Corriere della Sera.

Indagati pure sull’altra sponda del Tevere: gli attuali proprietari della Roma Dan e Ryan Friedkin, l’ex patron James Pallotta e, tra gli altri, gli ex dirigenti Mauro Baldissoni e Umberto Gandini. Tutti «da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento».

Lo scandalo plusvalenze dunque si allarga a Lazio, Salernitana e Roma. Due inchieste però separate, con 2 procure al lavoro: Tivoli (per Lazio e Salernitana) e Roma (per i giallorossi). Un solo obiettivo: fare chiarezza sui bilanci. Gli esperti del Nucleo economico finanziario della Gdf hanno così bussato alle porte di dirigenti e amministratori dei club. L’ipotesi è che abbiano realizzato profitti manipolando le scritture contabili, tacendo, in sintesi, la vera situazione finanziaria.

Ipotesi smentita dalla Lazio: «Siamo una casa di cristallo nella quale tutti i documenti sono a posto e a disposizione delle autorità». La Salernitana fa notare: «Le operazioni precedono il cambio di proprietà». Le stagioni sotto osservazione sono 4: vanno dal 2017 al 2021. La supervalutazione in sede di bilancio di alcuni giocatori avrebbe dato il via a «emissioni di false fatturazioni». Monitorate, ad esempio, tra i diversi intrecci di mercato, le quotazioni di Akpa-Akpro, Sprocati, Casasola e altri. Come si legge nel decreto di perquisizione i vertici della Salernitana e quelli della Lazio «indicavano nelle dichiarazioni dei redditi annuali elementi passivi fittizi (costi «gonfiati») nonché facevano figurare nei bilanci societari i rispettivi valori di acquisto spropositati dei calciatori, così falsando il valore del patrimonio della società sportiva».

I due club hanno dovuto mettere a disposizione degli investigatori «trattative precontrattuali», «accordi e contratti scritti», «patti intercorsi fra le società e i singoli calciatori» (chat eventuali incluse) e la documentazione bancaria relativa alle compravendite. La domanda è: in che modo si è arrivati a fissare il prezzo ufficiale dei calciatori e la modalità di pagamento? L’unica eccezione è Lotito che, da senatore, beneficia di un trattamento diverso (servirà un’altra procedura) e ha potuto conservare il proprio iPhone. Agli altri indagati sono stati confiscati pc e tablet. La documentazione servirà ad «accertare se gli sportivi furono effettivamente pagati e per il quantum formalmente dichiarato, nonché per escludere la sussistenza di ipotizzate plusvalenze fittizie e false fatturazioni con conseguenti delitti di false comunicazioni sociali».

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Ora si tratta di studiare la documentazione acquisita ma è chiaro, dalle puntualizzazioni (nero su bianco nel decreto di perquisizione) che molto ci si aspetta proprio dai cellulari degli indagati. Il riferimento al formato «comprensivo di eventuale… messaggistica chat» implica una valutazione. Diverse le voci contabili sotto accusa: dai «diritti pluriennali prestazioni dei calciatori» alle «spese per il personale e oneri di gestione dei diritti pluriennali prestazioni dei calciatori».

Per quanto riguarda la Roma, invece, sono sotto osservazione le trattative di mercato con il Sassuolo (Defrel acquistato, Marchizza e Frattesi venduti), la Juventus (Spinazzola/Luca Pellegrini), l’Atalanta (Cristante/Tumminello) e il Verona (Kumbulla per Cetin, Cancellieri e Diaby).

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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