Luciano Spalletti, allenatore della Roma

C’è Spalletti al centro del 4° derby stagionale. E, nella circostanza, non per la solita tarantella sul futuro che, andando avanti ormai da mesi, ha stancato anche lui, tecnico in scadenza di contratto. La questione è esclusivamente legata al campo. Lucio, soprattutto nella semifinale d’andata di Coppa Italia, è caduto nella trappola di Inzaghi, semplice e concreto nella preparazione della sfida: la Lazio, restando in attesa, è riuscita a vincere colpendo la Roma in contropiede. Il 2 a 0 del 1° marzo è stato fatale ai giallorossi, avendo certificato l’eliminazione dal torneo.

BASE DI PARTENZA È proprio Spalletti, prima ancora della sua Roma, a cercare dunque il riscatto. Che va inteso come la sua personalissima rivincita sul collega più giovane. Il risultato di domenica conta per mettere al sicuro il 2° posto, ma anche per riabilitarsi sul piano tattico. Di sicuro qualcosa dovrà fare per non perseverare nell’errore: Inzaghi, nella seconda semifinale di Coppa Italia, presentò la Lazio in fotocopia, cioè prudente in fase di non possesso palla ed efficace al momento di ripartire. Il 4 aprile finì 3 a 2 per i giallorossi, ma all’inizio della ripresa la partita non ha avuto più storia proprio per il bis concesso dal tecnico biancoceleste. Lucio sospetta che Simone potrebbe insistere con la strategia che ha pagato nei derby di Coppa Italia. Così sta lavorando su quei correttivi che possono risultare fondamentali. A cominciare dalla compattezza e dall’equilibrio che ha cercato anche in questa fase cruciale della volata Champions. E, partendo proprio dall’ultima sfida contro la Lazio, ha sempre scelto la difesa a 4 che ha funzionato nelle trasferte di Bologna e Pescara, meno nella gara casalinga contro l’Atalanta alla vigilia di Pasqua. Nelle 3 partite di campionato per 3/4 è stata sempre la stessa: Ruediger a destra, Manolas e Fazio i centrali. E’ cambiato solo il fluidificante mancino: Juan Jesus, Mario Rui ed Emerson. La sua preferita è l’ultima, quella schierata allo stadio Adriatico: Emerson, appena recuperato, rimane il suo terzino sinistro di riferimento.

SOLO ANDATA La linea provata contro il Pescara dovrebbe quindi essere confermata. Spalletti, però, sa bene che non potrà riproporre, almeno negli interpreti, la Roma che si aggiudicò il 1° derby stagionale: 2 a 0. Il 4 dicembre, senza Salah infortunato, partì con il 4-3-2-1, utile per vedere la Roma corta e al tempo stesso aggressiva. Con Peres alto e allineato a Perotti alle spalle di Dzeko, funzionò la sintonia nel pressing e anche la disponibilità nel sistemarsi sotto palla con il 4-1-4-1. Davanti alla difesa, la stessa di lunedì scorso, De Rossi a fare il play basso e al tempo stesso lo scudo protettivo. E’, dunque, possibile ripetere lo stesso sistema di gioco della gara d’andata in campionato (riadattato, per le caratteristiche degli esterni alti, in 4-3-3) e rivedere lo stesso atteggiamento in campo, chiedendo il sacrificio a Salah ed El Shaarawy (sarebbero le 2 novità rispetto alla prima sfida), più offensivi di Peres e Perotti. La presenza di De Rossi, assente in entrambe le gare di coppa, rafforza l’idea di Lucio di riproporre quella formula. Ultimamente ha usato il 4-2-3-1 (pure nel primo tempo nella semifinale di ritorno), passando a volte al 4-3-3. La difesa a 3, scartata per la flessione psicofisica di qualche giocatore, sembra essere ormai solo l’opzione di scorta. I 1° marzo, proprio contro la Lazio, andò in tilt.

(Il Messaggero – U. Trani)



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