NOTIZIE AS ROMA – Il caldo che avverte addosso Paulo Fonseca non è solo l’effetto della temperatura. Un’altra sconfitta, ancora in casa, contro un’Udinese con pochissimo da chiedere a un campionato che le sta consegnando la salvezza con largo anticipo solo per l’inadeguatezza delle avversarie. Merito di Gotti, che le ha dato un’anima e la voglia di faticare.
Quella che la Roma ha lasciato in qualche cassetto del 2019. La settima sconfitta in 12 incontri del 2020 non ha però nulla di casuale. E anzi punta l’indice proprio sull’allenatore. Misterioso resta il perché abbia scelto una formazione pensionabile, con sette ultratrentenni di cui almeno quattro — Bruno Peres, Fazio, Perotti, Kalinic — al limite della attitudine agonistica e un ragazzo, Under, in pratica già venduto al Napoli (cessione bloccata dal ds ombra Franco Baldini, convinto di poter strappare più dei 30 milioni che il Napoli recapiterebbe a rate). Ma è inspiegabile anche perché la squadra si muova, giochi e pensi a ritmi da partita del cuore.
O perché in undici mesi di lezione con lui non abbia imparato che uno sterile possesso palla ampiamente concentrato nella propria metà campo, oltre al ricorso sistematico al retropassaggio, spesso con esiti masochisti. La difesa è un problema: 23 gol incassati in 12 incontri segnano una media da zona retrocessione. Se la Champions è andata, lo scontro diretto di domenica col Napoli rischia di compromettere la prossima Europa League. Fonseca ha goduto di un credito infinito, fin qui: un po’ per quei primi mesi in cui la Roma aveva cercato anche con qualche risultato positivo di darsi un’identità. Ma soprattutto perché è chiaro a tutti che la condizione economico-finanziaria del club non permetta alla società di pagare lo stipendio di un altro allenatore.
(La Repubblica)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA