Sergio Oliveira

Ha fatto tutto Sergio. Il gol-vittoria e poi l’espulsione che rischiava di scatenare un assedio olandese nel finale. Ha fatto tutto Oliveira, nella notte in cui ha ritrovato l’Europa: non quella nobilissima che ha frequentato insieme al Porto (la Champions), ma comunque importante per il percorso di crescita di questa Roma, scrive il Corriere dello Sport.

È stata una partita di qualità la sua, anche se condizionata da un terreno di gioco pesante. Nel primo tempo sembrava portare le scarpe da barca… ma per coltivare l’orto. «Il campo non era in buone condizioni – ha sottolineato a fine gara – l’atteggiamento della squadra però è stato molto buono. Non è stata una partita tecnicamente bellissima, ma la cosa più importante era vincerla». 

Di fatto, è stato lui a risolvere un giovedì complicato per i giallorossi. Talmente difficile che Mourinho, dopo il gol, anziché esultare si è girato verso il suo vice e ha pronunciato la frase: «I cambi li facciamo lo stesso, ok?». Insomma, tirava un’ariaccia dalle parti di Arnhem.

Il 29enne ha messo la firma sull’incontro all’ultima azione del primo tempo, con un tiro al volo di sinistro (dopo la conclusione di Viña e il mancato controllo di Zaniolo) che ha spedito il pallone sotto l’incrocio. Colpire nelle “prime volte” sta diventando la sua specialità: subito il gol all’esordio in campionato (1-0, rigore decisivo contro il Cagliari) e adesso il sigillo nella prima serata europea con la Roma. Ora non gli resta che cancellare qualche ombra inaspettata sul suo rendimento.

Nelle ultime tre di campionato Oliveira ha giocato poco più di 50′: il primo tempo contro il Verona, perdendo però parecchi duelli con Tameze, e gli ultimi minuti di Roma-Atalanta, con in mezzo la rinuncia alla trasferta di La Spezia a causa di una contusione al tallone. «Dopo l’infortunio mi sento meglio. Nella partita contro l’Inter in Coppa Italia ho sentito un fastidio grande al piede. Ho continuato a giocare, ma la settimana scorsa ho deciso con il mister di fermarmi. Ho recuperato al meglio». «È importante continuare così – ha aggiunto – I tifosi vogliono che giochiamo bene ogni partita e noi dobbiamo mettercela tutta». 

Nella serata olandese si è visto un Oliveira a due facce: impaurito nel primo tempo, intraprendente nella ripresa. Servirà la seconda versione per garantirsi un futuro nella Capitale, visto che il riscatto del cartellino non sarà automatico e va meritato sul campo. L’ingresso di Cristante, comunque, ha permesso a Sergio di avere maggiori spazi in fase offensiva e minori compiti in fase difensiva. Ha giocato da mezzala, il ruolo che preferisce. Nel secondo tempo si è sentito talmente libero di salire – anche in pressione sugli avversari – che ha rischiato l’ammonizione al 68′ per un fallo da dietro e poi ha preso due gialli nel giro di 8 minuti (70′ e 78′) a causa di un’eccessiva foga agonistica ma anche di una ritrovata brillantezza tattica.

Lasciando il campo, si è giustificato ad alta voce come uno studente che si sente innocente e che viene sbattuto fuori dall’aula da un prof troppo severo: «Non l’ho toccato, non l’ho toccato!» le sue parole dette all’arbitro e poi a Mourinho. Nel post partita ha ribadito il concetto: «Non è stato giusto quel rosso». Ma gli costerà il ritorno di giovedì prossimo all’Olimpico. 



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