Salisburgo-Roma 1-0

AS ROMA NEWS SALISBURGO – Paulo Fonseca la definiva «mancanza di efficacia». Mourinho parla spesso di «poco pragmatismo». Chiamatelo come volete: il calcio cambia gli interpreti ma mai le sue regole non scritte. E ce n’è una che continua a materializzarsi di anno in anno: chi sbaglia, paga, scrive Il Messaggero.

È accaduto anche ieri, al termine di una partita che la Roma, con i suoi limiti di gioco e con il solito ritmo compassato, avrebbe comunque meritato di fare sua. L’indimenticato Rino Tommasi nel suo personalissimo cartellino avrebbe contato 4 palle-gol a zero per i giallorossi. Che sprecano l’inverosimile sotto porta e alla fine pagano all’88’ l’incertezza di Matic nel chiudere su Capaldo, ben imbeccato da un cross di Pavlovic.

Finisce così 1-0, nulla di irreparabile in vista del ritorno tra una settimana all’Olimpico a patto che l’infortunio di Dybala (rimasto negli spogliatoi alla fine del primo tempo dopo aver avvertito una leggera pizzicata’ al flessore sinistro: la speranza è che si sia fermato in tempo) non permetta a Paulo di essere presente.

Anche ieri, in una partita dove l’argentino non si è mai visto, c’è stata la conferma di quello che anche il più miope dei tifosi ormai ha capito: c’è una Roma con la Joya e una senza. Quella senza, aspettando che Pellegrini aumenti di giri e Abraham torni ad essere più cinico sotto porta, deve affidarsi quasi sempre alle giocate da palla da fermo. E se per una sera la carta gira, sono dolori.

A dimostrazione di quanto tenga all’Europa League, per la terza volta consecutiva Mourinho conferma lo stesso undici di partenza, un inedito in stagione. Il Salisburgo pressa altissimo e nei primi 8 minuti la Roma supera la metà campo appena un paio di volte. Di pericoli pochi, anche se prima un pallone orizzontale di El Shaarawy innesca il tandem Seiwald-Okafor, con tiro appena alto dello svizzero con passaporto nigeriano che piace tanto al Milan. Poi una serie di conclusioni in area vedono Smalling e Mancini fare muro davanti a Rui Patricio.

Mourinho si sbraccia, chiede ai suoi di salire ma in avanti la Roma si vede poco. Giusto un cambio di campo di Pellegrini libera El Shaarawy, poi ripreso da Solet e Dedic. Bisogna così aspettare metà tempo per una girata di testa di Abraham che si ripete poco dopo, sfiorando il palo, lamentandosi in seguito per una spallata troppo energica di Pavlovic sulla quale Mou tornerà nel post-gara. L’arbitro Higler (inizialmente designato come assistente al Var) che ha sostituito in corsa lo svedese Nyberg, lascia giocare.

Il Salisburgo corre, è organizzato ma la letteratura che ha preceduto il confronto è forse eccessiva. Gli austriaci si confermano avversario ampiamente alla portata. La Roma lo capisce dopo la mezz’ora, quando da tempo ha iniziato ad addormentare la partita. I padroni di casa si adeguano al ritmo soporifero dei giallorossi con Dybala che cerca la posizione in campo, senza trovarla, e Pellegrini che viene sempre raddoppiato anche in modo rude da uno dei due centrali che avanza e aiuta Douath in mediana.

Tocca così a Cristante giocare finalmente una palla di prima. Il Salisburgo è scoperto, Abraham affronta uno contro uno Pavlovic, lo salta ma avendo il pallone sul sinistro che non è il suo piede, rientra sul destro riducendo l’angolo di tiro e permettendo così a Kohn di fare un figurone. Avesse provato a calciare col mancino avrebbe avuto lo specchio della porta spalancato.

La ripresa si apre con Mou che a malincuore lascia a riposo Dybala. Dentro Celik, Zalewski torna a sinistra e El Shaarawy va a far coppia con Pellegrini dietro a Abraham. Mossa che dà come all’inizio del primo tempo un po’ di coraggio al Salisburgo. Di trame offensive però poco e nulla. Si va avanti da una parte e dall’altra sfruttando gli errori in fraseggio degli avversari. E così un pallone perso da Matic permette a Okafor di arrivare al limite dell’area e servire Susic: tiro deviato da Smalling e Zalewski che non finisce lontano dai pali di Rui Patricio.

Ma poi tocca alla Roma usufruire di un pallone lento di Susic per ripartire in contropiede due contro due con Zalewski che non trova l’intesa con El Shaarawy. La gara è bloccata, c’è poco da fare. José gioca la doppia carta Belotti-Wijnaldum (non ancora presentabile) al posto degli stremati Pellegrini e Abraham ma non cambia nulla.

Normalmente partite del genere si sbloccano da palla inattiva. E la Roma, avendolo come marchio di fabbrica, ci prova. Prima delle due sostituzioni Cristante (palo) e in seguito Belotti (su assist di Smalling) sfiorano il colpaccio. Grave l’errore del Gallo che da due passi tocca sì, esaltando i riflessi di Kohn (poi graziato dalla traversa), ma un centravanti da mezzo metro deve segnare. Sembra finita 0-0, invece la beffa è dietro l’angolo.



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