AS ROMA NEWS AMICHEVOLE EVERTON – Luci e ombre. Un po’ il filo conduttore di quest’estate. Ad una settimana dal debutto di Cagliari, la Roma è ancora un cantiere aperto. I giallorossi salutano l’Inghilterra pareggiando 1-1 con l’Everton, scrive Il Messaggero.

De Rossi prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Buona prestazione, siamo contenti dei primi 50-60 minuti, poi abbiamo perso un po’ di campo. Se però siamo corti, puliti nel possesso palla e bravi a riattaccare lo spazio come nel primo tempo, possiamo essere fastidiosi per chiunque. Siamo una squadra che inizia ad avere tante caratteristiche diverse che a me piacciono».

Parole concilianti che provano a nascondere le cose che non vanno. E queste ci sono, come è giusto che sia all’11 agosto. Il fatto ad esempio che la squadra si stia allenando insieme praticamente dall’inizio del ritiro a Burton (con Dovbyk arrivato tra l’altro martedì notte) si vede. DDR sta provando cose nuove ma ci vuole tempo per assimilarle. E la rosa non è completa: manca un terzino destro, un’ala sinistra, un centrocampista box to box (anche se ieri le due mezzali Le Feé e Pellegrini, insieme a Svilar e all’assist di Soulé, sono state la nota più lieta della serata) e un centrale difensivo che possa alternarsi con i titolari se Ndicka, come accaduto al Goodison Park, mostra dei passaggi a vuoto che sono costati un gol e una parata pazzesca di Svilar ad evitare il 2-1.

Nel lavoro sul campo, la garanzia è De Rossi. Lo sforzo, spetta alla società. Che va ricordato, ha già investito 90 milioni ma ora deve inevitabilmente chiudere il cerchio e regalare quanto prima all’allenatore le pedine che mancano. Altrimenti il ritardo si accumula. Ok, servirà prima vendere, ma il campionato non aspetta. Il punto nelle prime tre partite dello scorso anno dovrebbe insegnare.

La Roma di ieri è durata un tempo. Quello schierato da De Rossi è stato un 4-3-3 atipico perché Cristante, vertice basso ha giocato praticamente davanti ai due centrali, a volte impostando anche sulla stessa linea di Mancini e Ndicka, con le due mezzali alte, all’altezza delle due ali, più Dovbyk. Questo ha permesso in fase di possesso di attaccare almeno con 5 uomini (se non 6 quando uno dei terzini seguiva l’azione) e in quella difensiva di ripiegare sul 4-4-2.

Pronti, via gli occhi sono tutti per Dovbyk che in 20 minuti spreca due occasioni (una clamorosa a tu per tu con Pickford, liberato da Cristante). Al di là dei due gol falliti, che non devono far strappare i capelli a nessuno, Artem ha bisogno di giocare e trovare la migliore intesa con i compagni. Regala certamente profondità ma al momento l’intesa è tutta da costruire. Ci vuole tempo, c’è poco da fare. Anche perché l’ucraino, almeno per quello che si è visto negli allenamenti, ama essere servito con palloni morbidi sul secondo palo.

Cosa che alla Roma ieri non è mai riuscito. Per farlo ci sarebbero voluti due esterni offensivi che puntassero l’avversario e saltassero l’uomo. A sinistra Zalewski non c’è mai riuscito. E con El Shaarawy nella ripresa la situazione non è cambiata di molto. A destra Soulé ha impiegato una mezz’oretta a entrare in partita. Poi da una sua invenzione è nato il gol di Pellegrini, bravo a stoppare il pallone in area e a non lasciare scampo a Pickford.

Ecco, se proprio un appunto bisogna fare, è che l’argentino deve giocare più palloni possibili. Anche perché se Dybala viene impiegato negli ultimi 15 minuti (decisione singolare che alimenta i rumors sull’Arabia), tocca a Matias inventare qualcosa. Le note positive arrivano da Pellegrini e Le Fée, bravi a regalare fluidità alla manovra. La curiosità è Baldanzi mezzala. Bollino rosso per la difesa. Sempre in affanno, soprattutto in Ndicka e sul versante sinistro. Nella notte la squadra è rientrata in Italia. Il countdown per Cagliari è iniziato.



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