AS ROMA NEWS MILAN LUKAKU – I cori, i fumogeni e i fuochi d’artificio del pre-gara per Lukaku, lasciano spazio al fischio finale al silenzio. In primis dell’Olimpico, deluso. Ma poi c’è soprattutto quello di Mourinho. José sceglie di non parlare. Decisione polemica, probabilmente dettata dal rigore assegnato al Milan che secondo il tecnico è inesistente, scrive Il Messaggero.
In campo ha applaudito ironicamente verso l’arbitro, abbozzando un sorriso amaro. Poi, girandosi, ha contestato platealmente lasciandosi sfuggire un «Vergogna» che non ammette repliche. Non contento, al fischio finale, per dare più forza alla protesta ha scelto di non presentarsi davanti alle telecamere senza fornire motivazioni ufficiali. Temeva le conseguenze delle sue parole? Oppure preferisce che si parli più del suo silenzio che della terza figuraccia stagionale della Roma? Quale sia la risposta, non cambia la classifica della Roma: 1 punto in 3 giornate. Cristante prova a regalare una lettura del momento: «Gli episodi fanno la differenza. In tante partite meritavamo di prendere gol e non l’abbiamo fatto, ora 8 tiri e 6 reti subite».
Spiegazione che non convince. Troppo il divario in campo visto tra Milan e Roma. Tanto vale, quindi aggrapparsi a Lukaku, l’unica nota (semi) lieta della serata. L’esordio di Romelu, al 25′ del secondo tempo al posto di El Shaarawy, lascia almeno sperare nel prossimo futuro. Mourinho non ha perso tempo e ha avuto ragione perché Big Rom dopo un minuto ha già cercato il gol con un tiro dal limite dell’area finito sopra la traversa. Ha dato indicazioni ai compagni, costretto la difesa milanista a fare gli straordinari, ha protetto palla, fatto sponde, dato profondità alla squadra e si è anche beccato un’ammonizione per un fallo su Okafor.
Il culmine di una giornata intensissima cominciata con la presentazione prima della partita, un cerchio che si chiude dopo che il 27 agosto per la prima volta la notizia di un suo possibile ingaggio era diventata di dominio pubblico. Prima la trattativa a Londra, sbloccata dal presidente Dan Friedkin, poi l’arrivo all’aeroporto di Ciampino con un bagno di folla ad aspettarlo. Ieri l’ultimo atto, la presentazione all’Olimpico durata circa 10 minuti: l’ingresso in campo annunciato dallo speaker, fuochi d’artificio davanti alla tribuna Tevere dove è apparso uno striscione enorme con la sua esultanza iconica e la scritta Romelu. Infine, i fumogeni che hanno colorato lo tutto lo stadio di giallo e rosso rendendo l’atmosfera ancora più suggestiva.
Lukaku si è diretto al centro del campo, ha salutato la gente e poi si è diretto sotto la Curva Sud con indosso la maglia numero 90. Tantissime le foto e i video allo show che ha emozionato i presenti, reso spettacolare anche dal gioco di luci. Nel giro di tre giorni Big Rom ha capito di cosa è capace il pubblico della Roma, adesso dovrà trasformarsi in leader e trascinare la squadra verso la qualificazione in Champions e la finale di Europa League. Missione difficile, ma non impossibile, nonostante la partenza ad handicap. I 15 giorni della sosta serviranno per farlo tornare in forma anche se la convocazione con il Belgio ritarderà sia la preparazione che l’apprendimento degli schemi offensivi giallorossi. Poco male, l’importante è che sia pronto per la gara contro l’Empoli. Questa Roma ha bisogno maledettamente di lui. E di Dybala.
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