CALCIOMERCATO AS ROMA GHISOLFI – La ricostruzione è dunque affidata a Florent Ghisolfi. Anche gli ultimi dubbi sono stati spazzati via dall’annuncio domenica sera del presidente del Nizza: «Lo abbiamo liberato, andrà alla Roma». Trentanove anni, di lui in queste settimane di attesa, si è saputo un po’ tutto, scrive Il Messaggero.
La riservatezza, il modus operandi, i trascorsi da allenatore e la gavetta che lo ha portato, dopo l’esperienza al Lens, passare al Nizza e approdare appunto a Roma. Un salto triplo diluito in cinque anni. Rispetto al recente passato a Trigoria vien considerato, almeno sulla carta, un upgrade: si è passati da un gestore di risorse umane come Pinto (al Benfica l’uomo mercato è sempre stato Rui Costa, ora presidente) costretto inevitabilmente ad un periodo di apprendistato nella sua esperienza romana ad un dirigente che di professione fa il direttore sportivo. In realtà diverse rispetto a Roma, certamente, ma sempre direttore sportivo.
Quello che lo attende è un compito non facile: ricostruire. Con una linea già tracciata da De Rossi: «Non si potrà fare una squadra di soli 18enni, ma servono giocatori che possano essere un valore per la società». Tradotto: scouting ma non solo. Per intenderci ulteriormente: non si può passare da Lukaku a Omorodion, 9 gol in 34 partite con l’Alaves. Omorodion, 20enne centravanti nigeriano di proprietà dell’Atletico Madrid, uno dei nomi monitorati dallo scouting giallorosso in attesa del confronto con Ghisolfi, è un profilo appetibile al quale però affiancare una certezza. E se Romelu, come sembra tornerà al Chelsea per poi essere girato altrove (Napoli?), Abraham può essere considerato il suo sostituto?
È questo il senso del discorso di Daniele l’altra sera. E Ghisolfi dovrà essere bravo ad assecondarlo. Perché qualche spiffero dalla Francia che racconta di un dirigente che vuole imporre i calciatori al tecnico di turno è già arrivato. E invece la Roma, in una fase molto delicata – che andrà spiegata alla piazza, non solo dall’allenatore – ha bisogno di viaggiare unita, senza protagonismi. Da tempo a Trigoria è iniziata una rivoluzione della quale soltanto ora si stanno intuendo gli effetti.
Aspettando un restyling della rosa, il ringiovanimento è già avvenuto nei ruoli apicali del club. La società oggi è guidata da un vicepresidente trentaquattrenne, una Ceo classe ’83, un allenatore quarantenne e un ds che a febbraio ha festeggiato 39 anni. La volontà di Daniele è abbandonare la linea dell’usato sicuro e rischiare di più pagando maggiormente i cartellini: «Non serve spendere tanto ma farlo bene». Chissà se a Ghisolfi non siano fischiate le orecchie. Perché a breve, e per tutta l’estate, gli occhi saranno soltanto su di lui.
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