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Rassegna stampa

Roma mai in partita, Siviglia più forte: finisce subito la corsa europea

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NOTIZIE ROMA-SIVIGLIA 0-2 – Si dirà, e non ci sono dubbi, che questa è ancora la Roma di Pallotta, quindi l’auspicio non proprio favorevole nel primo giorno della nuova era sarà archiviato come difetto del passato. E poi chissà se i texani sono superstiziosi oppure razionali.

Comunque, la Roma ha trovato un nuovo proprietario, mister Dan Friedkin, ma non i quarti di Europa League. La stagione finisce a Duisburg, un tempo casa degli azzurri che volavano verso il Mondiale 2006. Finisce male agli ottavi e nelle coppe vanno lette le delusioni maggiori di un’annata che non può essere considerata appagante: niente Champions, per il secondo anno di fila, dato il quinto posto in A; nessun recupero di consensi in questo torneo di agosto che poteva diventare il sublime dessert per trasformare un pranzo ordinario.

L’entusiasmo del momento viene versato tutto nel cambio al comando: vista la voglia di liberarsi di Pallotta, basta e avanza per scordare la sconfitta, per convertirla in un punto di partenza.

Era una gara secca e la Roma l’ha interpretata nel peggiore dei modi. L’Inter resta da sola ai quarti perché i romanisti sembravano già in vacanza, non sono mai entrati in partita, hanno sempre subìto. Hanno combinato disastri in difesa, non hanno costruito, niente idee, nessuna possibilità di avvicinarsi alla porta dei bianchi.

Se questo era un modo per presentarsi alla proprietà entrante, la squadra ha mostrato che per riportarsi al livello Champions serve molto lavoro. Fuori dal campo come dentro. Si sapeva che il Siviglia era forte: per esperienza e risultati europei, la quarta della Liga dovrebbe stare almeno alla pari, se non sopra, alla quinta della Serie A.

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Ma la differenza mostrata è enorme. Sarà il periodo, saranno le motivazioni. Però la Roma è stata travolta, nel gioco più che nel risultato, senza attenuanti. Gli spagnoli hanno colpito anche due traverse (Koundè e Banega) e una rete di Koundé è stata annullata dal Var per fuorigioco.

Anche perché non è soltanto una questione tecnica; i raffinati palleggiatori sivigliani si conoscono, però anche i difensori sanno impostare con delicatezza. Ma la superiorità è anche fisica: pressione alta, scatti brucianti con i romanisti che sembrano sempre troppo lenti e stanchi. Gli andalusi cercano la profondità riuscendo a prendere sempre in anticipo gli avversari anche con i cambi di campo.

L’avvio furioso, con sei corner e due occasioni (una traversa) in un quarto d’ora, trova sbocco dopo seguendo il sistema più cercato. Banega da destra a sinistra per lo sprint di Reguilon; Bruno Peres arranca in maniera preoccupante, Ibanez chiude in ritardo e quando sei in una situazione di così evidente difficoltà dovrebbe essere il portiere a salvare tutto.

Invece Pau Lopez completa la prima di tante frittate sulla conclusione tutt’altro che irresistibile dell’esterno sinistro. La rete di Reguilon, minuto 22, sveglia solo leggermente la Roma, che almeno riesce a superare la metà campo senza lanci ma proponendo l’azione bassa. Ma tutto ciò che raccoglie è un tentativo di Zaniolo deviato da Diego Carlos: in tutto il primo tempo i giallorossi non tirano mai nello specchio.

Il primo mezzo tentativo fermato da Bounou si vede al minuto 54. Non avrà molta compagnia. Inoltre i romanisti si aprono ancor di più, vengono infilzati dalle geometrie pulite del Siviglia, vedi la seconda rete. Recupero, apertura sulla fascia per Ocampos, altra opposizione maldestra di Ibanez e altro soccorso mancato di Pau Lopez. En-Nesyri infila a porta vuota. Forse sentiva troppo l’aria del derby, da ex del Betis, però il portiere non ne combina una giusta. Gli uomini di Friedkin avranno annotato: serve un rimedio ai blackout in un ruolo così delicato.

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La Roma arrivava da un filotto di 7 vittorie e un pari. Ma l’Europa le sembra un altro pianeta rispetto al nostro campionato. Il Siviglia si è presentato con 17 risultati utili consecutivi e ha chiuso la Liga al quarto posto: non deve prendersi questo trofeo per iscriversi alla Champions. Però mostra di poterlo inseguire, sarà per le cinque coppe prese dal 2006, sarà per il lungo riposo in attesa di questa partita.

Mentre a Dzeko non arrivano suggerimenti, Mkhitaryan deve galleggiare sulla trequarti e Zaniolo viene cambiato a inizio ripresa, il Siviglia aggredisce fin dentro l’area perfino nei minuti finali. Guidato da Banega, essenziale con Ocampos, veloce con Navas e Reguilon. Fonseca perde il duello con Lopetegui, anche se mette poi Pellegrini, Perez e anche Villar passando al 4-2-3-1. Ma tutto ciò che raccoglie è un’espulsione di Mancini nel recupero. Tutta la Roma finisce in rosso.

(Gazzetta dello Sport)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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